Coronavirus: le più improbabili scuse degli italiani per uscire di casa

Coronavirus: le più improbabili scuse degli italiani per uscire di casa

‘Io resto a casa’, è l’hastag che il Governo in prima linea, seguito a ruota da star della musica ed eminenti personaggi dello spettacolo, ma anche da medici e cittadini coscienziosi continua, con costanza, a divulgare. Una direttiva rivolta all’intera popolazione, per fronteggiare gli effetti di una pandemia che ci ha trovati impreparati, ma che ora vede il nostro Paese come metro di esempio per tutti gli altri.

Eppure, nonostante le ingenti campagne informative avviate da giornali e televisione, nonostante le restrizioni, giorno dopo giorno più vincolanti, in molti si dimostrano ancora sordi al messaggio. Le uscite limitate, a quanto pare, sembrano minare la libertà individuale, più di quanto non possa il Coronavirus.

Tempi difficili, insomma, in cui le persone si armano disperatamente di scuse per poter abbandonare la propria dimora e muoversi liberamente tra le vie della città. C’è chi trova necessario dar da mangiare ai piccioni o chi non si rassegna alla fine di un amore e raggiunge il proprio partner o, ancora, chi non può rinunciare alla spesa in compagnia.

Spostamenti vietati: non tutti hanno compreso le direttive

L’uomo, passi, è un animale sociale e come tale tende alla ricerca di aggregazione ma, data la situazione, circostanziare le interazioni con il prossimo è l’unico modo per fronteggiare il Covid-19.

Non è bastato il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 marzo, che prevede che gli spostamenti in tutto il territorio nazionale siano vietati, se non giustificati da motivazioni specifiche. Per quanto chiare, le disposizioni non hanno fermato chi, sprezzante del pericolo – meglio sarebbe dire incosciente – si affanna alla ricerca delle motivazioni più improbabili, pur di aggirare i posti di blocco.

Dai piccioni, all’ex: spazio alla fantasia dei cittadini

Quarantena non sempre fa rima con raziocinio, così, nella partita per la sopravvivenza, al diniego del senso civico fa da sponda l’inventiva.

Tra le attenuanti proposte alle forze dell’ordine, spicca quella di un ragazzino di Albano Laziale, che sarebbe stato fermato, appunto, mentre dava da mangiare ai piccioni.

Il giovane si sarebbe giustificato, sottolineando l’importanza del proprio gesto. Non da meno, sono le vicissitudini sentimentali. La questura di Forlì, riferisce Adnkronos, ha riportato il caso di una ragazza che si sarebbe recata dall’ex fidanzato, denunciata poi dallo stesso.

La spesa: una trovata ormai abusata

Nella scalata alla discolpa, il podio lo occupa la spesa.

Benché a più riprese si sia sottolineino il fatto che un solo membro del nucleo familiare possa recarsi al supermercato, fonti locali narrano di una differente realtà. Pare, ad esempio, che una coppia di Lucca, fermata per accertamenti, abbia addotto a proprio beneficio la motivazione che il marito non sarebbe stato in grado di scegliere, da solo, i prodotti da acquistare. Inevitabile, di conseguenza, la presenza di entrambi i coniugi. C’è, ancora, chi, imperterrito, cerca di tornare a casa con treni dell’ultimo minuto e chi, invece, si stende sulle panchine, bisognoso a tutti i costi di un raggio di sole.

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Frivolezze che, se ci si trovasse in condizioni meno impellenti, probabilmente condurrebbero ad una diversa reazione ma che, al momento, non possono che scatenare indignazione, là dove ci si spertica nel comunicare che oggi, nel rispetto di noi stessi e di quanti amiamo, esiste un’unica strada da seguire, e non è quella che conduce fuori dalla porta della propria abitazione, ma è quella che ci fa rimanere dentro casa.

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