Follie da Coronavirus. Pensionati beccati a giocare a briscola: tutta colpa delle parolacce

Follie da Coronavirus. Pensionati beccati a giocare a briscola: tutta colpa delle parolacce

“Eravamo quattro amici al bar…”

Anzi no… sei. Buontemponi, verrebbe da pensare. Un gruppo di vecchietti, armati di carte da gioco, con la sola voglia di farsi compagnia. Ma non va così. L’esistenza non gira – spesso – come la si immagina; come sarebbe giusto che fosse. Così, può succedere che anche sei innocui pensionati si ritrovino additati, alla stregua di una banda criminale.

Colti in flagrante dai vigili, all’interno di un anfratto dell’alzaia del Canale Villoresi. Buffo, perché, in fin dei conti, sono colpevoli dell’unico reato di desiderare ancora di sentirsi vivi. Incuranti del lockdown, hanno scelto, impavidi, di non rinunciare alle consuete abitudini; di lottare per l’individuale missione, anche se questa si riduceva ad una partita a briscola.

Traditi dalle loro stesse imprecazioni

Eroi anti-eroi, hanno perseverato per la propria strada, talmente assorbiti dalla passione, da venite acciuffati sul fatto.

Sono state le eccessive imprecazioni a tradirli. Un informatore, insospettito dal baccano, ha subito allertato le autorità. Gli agenti – preso atto della situazione – hanno deciso di non punire in maniera esageratamente rigida i trasgressori – sprovvisti, per altro, di mascherina – limitandosi ad una ramanzina.

Avevano elaborato un diabolico piano ad hoc

Architettato il più minuzioso dei piani, gli attempati ribelli avevano previsto tutto nel dettaglio. Avevano escogitato una serie di alibi – dalla visita medica alla coda per la spesa – per poter uscire dalle rispettive abitazioni, senza impensierire le famiglie. Addirittura, avevano studiato differenti percorsi per arrivare alla meta, in modo tale da non catturare, alle prime luci del mattino, l’attenzione delle pattuglie, in giro per il controllo di routine. Dappresso, il malloppo, vale a dire il necessario per il gioco. 

La reazione del sindaco di Castano Primo

Molto dura – del resto, non avrebbe potuto essere altrimenti – la reazione del primo cittadino di Castano Primo, Giuseppe Pignatiello: “Con una pandemia globale e con misure restrittive, che in Italia non si vedevano dalla Seconda guerra mondiale, con tutti sigillati in casa, secondo voi è normale che debba mandare la Polizia locale a chiudere un ritrovo lungo il canale, perché un gruppo di cittadini va a giocare a carte?”.

No. Ha ragione il Sindaco. Non è normale, come nulla di ‘normale’ si riscontra in questo momento, dai risvolti tanto nefasti. Tuttavia, nella fiera dell’assurdo, sia pur consapevoli dei rischi e della posizione che le autorità sono in dovere di assumere, non può non strappare un moto di tenerezza il racconto di chi, caparbio, si trincera tenacemente in quelle poche certezze che, sole, sembrano ancora dare senso a tutto.

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