A Bergamo, musica nei reparti. Così si combatte il Coronavirus

A Bergamo, musica nei reparti. Così si combatte il Coronavirus

Sostenere i pazienti nel percorso di guarigione non significa solo somministrare cure mediche; immancabili, certo. Vuol dire anche nutrirne l’animo. Ecco, allora, l’idea messa in atto presso il policlinico San Marco di Zingonia, a Bergamo. Di recente, lungo i corridoi dei reparti, si intercetta qualcosa di diverso. L’aria sembra essere cambiata, per quanti, ancora ricoverati, attendono un nuovo futuro. E già si percepisce… tra le note.

Musica classica per i pazienti

Proprio così. Musica e musica per tutti. E’ recente la notizia della commovente esibizione, che ha visto coinvolta Lena Yokoyama. Sul tetto dell’Ospedale Maggiore di Cremona, la musicista ha regalato attimi di forte emozione, incantando l’intero quartiere con il suono del suo violino. Una dedica speciale, a tutti coloro che stanno lottando contro il Coronavirus, dal personale sanitario ai pazienti.

Un’iniziativa, seguita a ruota da un’altra, non troppo lontana per genere. Lo spunto, questa volta, è partito da un giovane medico. “L’idea è nata per gioco, per far ascoltare musica a mio padre, che era ricoverato qui da noi”, spiega Nicola Sertori. Il dottore, come riporta il Quotidiano Sanità, si è presto reso conto del potenziale alto di una scelta apparentemente bizzarra.

La mia attenzione si è spostata su ciò che si sente nel reparto. Il frastuono dei respiratori, le ruote dei carrelli che cigolano, il suono delle apparecchiature elettroniche, che garantiscono la sopravvivenza dei ricoverati“. Da qui, la volontà di allargare le maglie della sua trovata: “Ne ho parlato prima con il primario, che ha appoggiato il progetto; poi con l’Amministratore Delegato, che l’ha subito sposato, con entusiasmo“.

Musica nei reparti: un’iniziativa che piace a tanti

Un’intuizione di successo, a tal punto da venir presa in considerazione anche da altri ospedali della zona. “Ho scritto un post su Facebook, su come risolvere tecnicamente la diffusione e, nell’arco di poche ore, sono stato travolto da un’ondata di post, tutti pronti a dare una mano“. Sono queste le parole di Francesco Galli, Ad degli Istituti Ospedalieri Bergamaschi. Un’iniziativa, incentivata dagli aiuti, giunti in tempi record. “In questo tam tam, ho ottenuto, entro il giorno dopo, i contatti di due aziende, che potevano fornire la tecnologia adeguata”, si legge nel comunicato, diffuso dal Gruppo San Donato.

Detto fatto! In cinque giorni abbiamo già montato i primi apparecchi.” A dimostrazione che c’è di più. Di più delle chiacchiere, delle discussioni aride sul ‘chi prima chi dopo…’; sul ‘si sarebbe dovuto‘… Ci deve essere. Basta solo saperlo cercare.

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