Censurato ‘Via col vento’ e la sua visione ‘romantica’ della schiavitù

Censurato ‘Via col vento’ e la sua visione ‘romantica’ della schiavitù

Domani è un altro giorno‘… profetizzava Rossella O’Hara. Già, ma domani è oggi e ci chiediamo: ‘Cosa dovremo aspettarci ancora?‘, perché se è ‘Via con vento‘ che si viaggia, allora è altrettanto vero che ‘Via con vento’ si volatilizza il sogno di intere generazioni.

Bollato come ‘culturalmente inadatto e razzista’, il film è stato eliminato dal catalogo della piattaforma Hbo, con la promessa di rimetterlo “con una discussione sul suo contesto storico e una denuncia di quelle stesse rappresentazioni“. Poi, è stata annullata la proiezione a Le Grand Rex, la più grande sala parigina. Insomma, per la pellicola diretta da Victor Fleming si paventano acque agitate.

La produzione è stata oggetto di una feroce censura, rea di aver divulgato un’idea ‘romantica’ – questa l’accezione riservata dai detrattori – della schiavitù.

Come a dire: fuori tempo massimo. Fuori, dunque, nei giorni delle rivolte in nome di George Floid, anche dai social e dal Grande Schermo. L’annuncio, paradossalmente, arriva dalla stessa sala cinematografica che aveva selezionato il Kolossal per inaugurare, il 23 giugno – ironia della sorte – il ritorno alla libertà per la ‘settima arte’, dopo la quarantena da Coronavirus: “la Warner Bros ci ha comunicato che vuole annullare la proiezione di Via col vento. Speriamo nella vostra comprensione“. Questo il comunicato. Stringato, sintetico. Inequivocabile. Accompagnato da tanto di rimborso sul biglietto acquistato in precedenza.

E chissà cosa ne avrebbe pensato Margaret Mitchell, autrice dell’omonimo romanzo (1936). Chissà come avrebbe commentato, a tal proposito, Vivien Leigh, indimenticabile nei panni dell’indomabile protagonista: Rossella O’Hara. Chissà, soprattutto, come l’avrebbe presa Hattie McDaniel che, con il personaggio di Mami, balia della capricciosa proprietaria terriera, si aggiudicò, per la sua interpretazione, l’Oscar. Prima attrice afroamericana ad arrogarsi il tanto ambito premio.

Del resto, di statuette il cult fece man bassa: 8, in tutto, tra cui quella al miglior film, miglior regia, sceneggiatura, attrice protagonista e… non protagonista, appunto. Unica nota stonata, ma che inevitabilmente ci porta a riflettere: per ritirare il meritato riconoscimento, la ‘nostra’ Hattie dovette attendere nel foyer del teatro, da sola, divisa dal resto del cast, presente in sala.

Saggezza di Mami, che aveva sempre il pensiero ‘giusto’ per tutto. Probabilmente ci ricorderebbe di non badare troppo a quel che si dice. Di soffermarci, piuttosto, su quel che ci suggerisce il buon senso…

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