14 settembre 2020: Vademecum del ritorno a scuola

14 settembre 2020: Vademecum del ritorno a scuola

Drinnn!! Quante volte lo abbiamo sentito questo squillo. A metà settembre si ripete, puntuale, ricordarci ‘quel’ momento preciso. Quello, cioè, in cui, archiviate le vacanze, si ritorna in classe e ci si rimette sui banchi, armati di cartella, libri, penne… e buona volontà. Già, ma quest’anno non è tutto così lineare. Il Covid ha stravolto comportamenti ed abitudini degli Italiani e, in qualche modo, ci si è dovuti reinventare, adattandoci alle novità introdotte – sia chiaro, a beneficio di tutti – dal Governo.

Per cui eccoci, si ricomincia. Un appuntamento, che suona di verifica, già dal primo giorno. Un lunedì introduttivo ad un percorso che sa, fin da ora, di altalenante, di precario, in cui le polemiche non sono mancate e non mancheranno ma tant’è, si parte. Allacciate – quindi – le cinture…

TENERSI INFORMATI

Premesso, almeno un terzo degli studenti delle superiori saranno collegati, già in questi primi giorni, per la didattica digitale integrata da casa. Non solo, ogni scuola, grazie all’autonomia che le è riconosciuta, potrà adattare le varie norme alla situazione immanente. D’obbligo, dunque, per genitori e alunni, consultare – oltre alla chat di classe – anche il registro elettronico e il sito della scuola, per aggiornarsi, rispetto ad indicazioni e circolari.

INCONTRI CON I DOCENTI

Lo stretto necessario, parsimonia… si assomigliano le parole chiave di cui tener conto, in questo periodo. E allora, un solo genitore ad accompagnare i più piccoli, munito di mascherina, niente peluche da tenere a scuola, colloqui possibilmente virtuali tra docenti e genitori.

ENTRATA ED USCITA

L’orario d’ingresso – le si è studiate tutte – è variabile, non solo da scuola a scuola ma anche da classe a classe. Per evitare assembramenti davanti agli istituti, ma anche per limitare l’uso dei mezzi pubblici, nell’orario di punta. Comitato Tecnico Scientifico e Ministero dell’Istruzione hanno stabilito ingressi a scaglioni, sulla base del numero delle classi e, prima ancora, degli accessi a scuola. Il via è alle 7.45 e si arriva sino alle 10.00. Stesso dicasi, in proporzione, per quanto riguarda il ritorno a casa.

IL QUADRO DELLA SITUAZIONE

Sono ancora numerosi i docenti da nominare e, non potendo accorpare i ragazzi, per via delle ragioni fin qui elencate, si è in attesa che venga operata una selezione. Se a questo si aggiunge che esistono graduatorie tematiche da rispettare, ma sono tuttora incastrate nei tasselli burocratici e che non tutte le scuole potrebbero essere rifornite dei banchi monoposto ordinati dal commissario Arcuri, i conti sono presto fatti. I cantieri per le piccole modifiche, del resto, non sono ancora finiti, o magari mancano collaudi e permessi del Comune.

QUESTIONE TEMPERATURA

Il Ministero ha stabilito che le scuole non misurino la temperatura di personale e alunni, ma che la rilevazione debba farsi a casa. Diverse – tuttavia – le voci di dissenso, dalla Regione Piemonte alla Campania, in cui De Luca ha comprato addirittura un termoscanner per le scuole che lo hanno richiesto. Sulla stessa linea anche i comuni di Milano e Roma, che per i nidi e le materne di propria competenza hanno previsto la costatazione della febbre nell’edificio e c’è chi, in piena autonomia e secondo legge, si è rifornito di apparecchiature atte all’uso.

MASCHERINE

Mascherina obbligatoria (dai 6 anni in su) quando si è in movimento, all’interno della scuola: ingresso, intervallo e spostamenti vari, che vanno comunque limitati al massimo. Fermi al banco si può togliere, a meno che il distanziamento non risulti ridotto, rispetto al metro prescritto. Se tenuta anche da seduti, va cambiata ogni 4 ore. Gli insegnanti possono evitare di indossarla unicamente per le spiegazioni dalla cattedra, a meno che non si muovano fra i banchi. Per gli educatori dell’infanzia si sta invece valutando l’opportunità di adottare mascherine trasparenti, che rendano maggiormente riconoscibile l’adulto di riferimento.

Dovrebbe essere la scuola a dotare personale e studenti di mascherine chirurgiche. I corrieri del commissario Domenico Arcuri sono già in giro per l’Italia. La raccomandazione, nel frattempo, è di provvedere, conservandone sempre una all’interno dello zaino, meglio se chirurgica.

LEZIONI E INTERVALLO

Le lezioni durano, in media, 60 minuti l’una. Tuttavia, normativa vuole che, già da diversi anni, l’orario possa accorciarsi a 50 minuti, recuperando il tempo tramite attività curriculari. Una soluzione, per garantire il distanziamento in maniera intelligente.

Per quanto concerne l’intervallo, recitano le linee guida, si fa a scaglioni, per evitare assembramenti. Qualora i corridoi o i cortili risultino non abbastanza spaziosi, la scuola può prevedere che la sosta avvenga in classe.

E la mensa? E’ prevista. Questo è certo, e ci si arriva muniti di mascherina e a turni. Dove non possibile, va sostituita con un pranzo in classe, con monoporzioni.

EDUCAZIONE FISICA

Parola d’ordine, all’aperto o mantenendo un distanziamento di almeno due metri, in palestra. Sconsigliati gli sport di squadra, per ovvie ragioni. Anche la palestra, come le aule, va pulita tutti i giorni, così gli spogliatoi e gli altri locali adibiti allo sport, tra gli ambienti scolastici.

IN EMERGENZA

Quest’anno le disposizioni sono speciali, per le situazioni di emergenza e per chi presenta sintomi compatibili con il Covid-19. La guida completa.

PIATTAFORMA DIGITALE

Per quanto interessa la didattica digitale, è prevista solo per le superiori ed in modalità mista, ovvero in alternanza con la presenza diretta. Tradotto: parte degli studenti assiste alla lezione in classe; un gruppo – al contrario – è collegato da casa. Per elementari e medie si tratta di un’alternativa valida solo in caso di quarantena (qualora, ad esempio, un compagno risulti positivo al tampone) o di chiusura temporanea della scuola per la presenza di un focolaio o, nella peggiore delle ipotesi, per un peggioramento del livello dei contagi, che determini nuovi lockdown localizzati.

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