26 novembre 2020: Thanksgiving Day

26 novembre 2020: Thanksgiving Day

Chi non ricorda il personaggio emblematico di Ebenezer Scrooge in Canto di Natale di Charles Dickens (1843)? Era, costui, l’esegesi di un uomo avaro, intirizzito nel suo animo rattrappito e intollerante a qualsiasi forma di generosità. E il racconto delle avventure del ‘nostro’ si dipana proprio attraverso il clima delle Feste, quello, per l’esattezza, che riguarda il Giorno del Ringraziamento. Una festività, il Thanksgiving Day, nata in memoria dell’aiuto offerto dai nativi ai primi coloni inglesi, giunti a bordo della Mayflower nel Massachussets, attorno al 1620. Una celebrazione che, per prassi, cade il quarto giovedì del mese di novembre e che avviene, per questo 2020, proprio oggi, ricorrenza ormai istituzionalizzata dall’identità a stelle e strisce, che vede le famiglie americane indaffarate nella preparazione del classico tacchino. Un’occasione per consumare il pranzo con i vicini. Di più, un gesto di condivisione, nei confronti delle persone più bisognose.

Ma, volendo curiosare, cosa lega la pietanza all’evento? Ebbene, pare che siano stati i nativi, inaspettatamente, a correre in aiuto dei pellegrini, espulsi dalla madrepatria, a causa del rigore del calvinismo di stampo puritano di cui si facevano bandiera. Fu loro consigliato di intraprendere la coltivazione del granturco e – appunto – di allevare tacchini.

Del resto, ricavare cibo dalle colture importate dall’Europa risultava arduo, se non impossibile; né, tanto meno, mantenere gli allevamenti di sempre in un territorio – quello del Nuovo Mondo – dall’aria piuttosto inospitale. Ecco, allora, che l’approdo finì per aprire le porte anche a più soddisfacenti prospettive.

Fu nel 1623, sotto il piglio della prosperità conseguita, che il leader dei Padri PellegriniWilliam Bradford ordinò che le famiglie si riunissero per omaggiare la bontà Divina. Un grazie, che si concretizzò proprio in quel tacchino che, in qualche modo, li aveva salvati dai fantasmi della povertà.

UNA CURIOSITA’

Secondo l’usanza, la cui creazione è alternativamente attribuita ad Abraham Lincoln, Harry Truman o John Fitzgerald Kennedy, il Presidente degli Stati Uniti concede, annualmente, la grazia a due tacchini. Tra questi, uno viene addirittura fatto sfilare nella parata che si tiene a Los Angeles, in occasione della rinomata Commemorazione. Liturgia a cui non si è sottratto, a quanto pare, neppure l’ormai ex Presidente Trump che, nella sua ultima settimana di governo, se l’è vista con Corn e Cob – Mais e Pannocchia – i tacchini che – udite udite – hanno avuto il privilegio di trascorrere ben 7 giorni in una suite a 5 stelle nei pressi di Washington, in attesa del National Thanksgiving Turkey Presentation. Abitudini, che volete.

Ma se, da un lato, ci scappa un sorriso, dall’altro non ci si dimentica dell’anno in corso. L’America, nel giro di pochi mesi, si è trovata costretta nella morsa delle divisioni razziali; poi l’insediamento del nuovo Presidente Joe Biden e, a fare da tappeto ad accadimenti di cotanta portata, il Coronavirus, con i timori che si porta appresso e le recrudescenze. Come in questo caso. Ci si preoccupa, e a ben guardare, per le conseguenze degli eventuali festeggiamenti, non essendoci, nel Paese, misure anti-contagio fortemente restrittive. Si attende, in virtù degli eventi – cuore sospeso – e se ne approfitta per farsi un’idea, quanto meno preventiva, di ciò che potrebbero rappresentare, anche qui da noi, le prossime settimane, che ci traghetteranno nel 2021.

Intanto, buon Ringraziamento a tutti.

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