L’ultima di noi…

L’ultima di noi…

Cronaca. Ennesimo fattaccio, a coda di un elenco che non fa che annoiarsi di se stesso.

Lui, il carnefice, un 23enne peruviano. Lei, la vittima, la cuginetta di appena 12 anni, incinta. In seguito alla denuncia, i carabinieri di Riccione hanno dato il via al fermo per il ragazzo, rintracciato in quel di Firenze. Atti sessuali su minori, l’accusa – emessa dal sostituto procuratore Davide Ercolani – e violenza sessuale aggravata.

L’inchiesta era scattata il 4 novembre, quando una coppia, accortasi che la figlia era all’ottavo mese di gravidanza, era ricorsa all’aiuto delle Forze dell’Ordine. Nessun dubbio, a conferma dell’ospedale di Riccione e della diretta interessata. Quest’ultima avrebbe raccontato che, approfittando delle occasioni in cui i genitori erano assenti – episodio, dunque, perpetrato nel tempo – il giovane avrebbe abusato, senza troppe remore, della cuginetta.

Non solo, da quanto emerge, pare che il tentativo, in altre circostanze – fortunatamente mal riuscito – non abbia costituito un caso singolo. Accade, cioè, che il ‘nostro’ abbia riservato il medesimo trattamento nei confronti di un’altra ragazzina – sempre in età acerba – la quale, al contrario, sarebbe riuscita a sottrarsi agli approcci.

Potremmo fermarci qui. Non serve fare nomi. Inutile scendere nei dettagli, in giorni in cui risuonano, tra i servizi proposti dai Media, i fatti avvenuti in quell’esclusivo squarcio di Milano che è Terrazza Sentimento. Un’altra belva, alla base di questa storia. Un racconto disturbante, non solo perché infarcito di eccessi, ma soprattutto perché obnubilato da non detti, latenti – più o meno – connivenze. Silenzi, che schioccano ed urlano ancor più delle grida, mai uscite – drogata come era – dalla bocca stessa della fortuita ‘superstite’. Già, perché dopo 20 ore di violenza ininterrotta, di assunzione di droghe di qualsiasi tipo, di abusi animaleschi, cosa dà la garanzia di arrivare vivi?

Doveva andare così e, in fondo, se l’è cercata. Cosa ci fa una neppure 20enne in un luogo in cui si ha la consapevolezza girino sostanze stupefacenti? Perché si trovava lì?

E via alle insinuazioni, alle chiacchiere, gli alibi… Perché un’adolescente non dovrebbe desiderare di sognare? Perché non dovrebbe scegliere di ‘esserci’ in uno tra i posti più ambiti dall’upper class del ‘continente meneghino’ e non solo? Dove altro dovrebbe trovarsi se non, avendone l’opportunità, laddove è garantito il divertimento?

Già, ma noi siamo adulti. Cosa ne sappiamo più di ingenuità. La sensazione per cui ci si sente sgamati, grandi, e si ha perfino la presunzione si sapere come va la vita. Si riesce a cogliere solo una faccia della medaglia, quella che ci viene spiattellata in faccia e si rimane ipnotizzati, un po’ come accade alle allodole, dallo specchietto della vanità. Intrappolati, come nella tela di un ragno; privi, al dunque, di una via di fuga.

E’ successo lì. Forse è accaduto altre volte… si parla di Ibiza. Poco importa, anche in questo caso, perché il peggio è che non serve, spesso, allontanarsi dalle mura della propria abitazione affinché capiti. Per mano, magari, proprio di chi si ama o, ancor peggio, giura di amarci.

Ecco… poi si accende la tv e si sente il racconto di quanto, ancora in questi giorni, è avvenuto a Perugia, così come in Calabria. E la sensazione è che il suono delle parole rimanga sempre uniforme, nutrito di frasi che non fanno altro che ripetersi. Cambia il volto degli aguzzini, ma l’espressione no. E non ha età, non ha livello sociale, cultura che lo differenzi.

Ora c’è da riflettere e parecchio. C’è chi pensa di risolvere censurando un tutorial. Atteggiamento che, più che scatenare ilarità, suscita sconforto. C’è chi indice manifestazioni e ricorrenze, ma poi arriva Maradona e sbaraglia tutto, come se questo fosse di secondaria importanza. Come se potesse aspettare… e invece le denunce, quelle vere, concrete, non sono ancora abbastanza, né abbastanza tutelate. Tanta voglia di cambiare e poi?

Poi ci si ritorce contro, come sempre. Schiacciate, noi femmine, sotto il peso di un’etichetta che, a dirla tutta, ci siamo create da sole. Ben, dunque: domani a chi tocca? Le roulette è stata appena girata. Il croupier è pronto a dirigere i giochi. A noi, l’attesa di sapere soltanto quando sarà il nostro turno.

LEGGI ANCHE: Quelle ‘serate brave’ trascorse a Terrazza Sentimento…

LEGGI ANCHE: Inquisizione: targata Rai

Commento all'articolo