Per saziarvi di Oriente, puntate sul colore…

Per saziarvi di Oriente, puntate sul colore…

Avete presenti gli anfratti protetti da séparé, le sedute ad incastro? Ed ancora, gli ideogrammi, le lanterne rosse… Bene, siete pronti a dirgli addio? Lo spazio qui è libero, l’ambiente aeroso, rinnegando tutto quel complesso di convinzioni che finora hanno determinato l’idea di un ristorante cinese. La realtà di Happy Panda, frutto del pensiero degli architetti di Hou de Sousa, studio con base a New York, si propone lontana dagli stereotipi a cui siamo più comunemente avvezzi. Via le luci soffuse. Al bando i cristalli. L’anima nel nuovo locale aperto nel quartiere di Cumbaya di Quito, in Ecuador, è tutta intesa nel colore.

213 metri quadrati, ripartiti in due differenti spazi, in cui Signore delle pareti emerge un divano. Subito di fronte, trova l’individuale posto una serie di tavolini da bistrot stand alone e le sedie, in acciaio e plexiglass. Sedute, per l’occasione, di recupero, ed interni ad avvalorare il presupposto di un’intesa – inedita – tra i profumi – tipici – di piatti a base di carne, riso e noodles e la tipica atmosfera casual da diner americano.

E se la boiserie rispecchia lo stile orientale, il pavimento – in rovere sbiancato – dona simmetria ed eleganza. Ma il cardine di quest’area sorprendente si ritrova – per così dire – alzando lo sguardo. Dal soffitto pendono lampadari a forma di clessidra, dalle tonalità pastello – accorgimento che conferisce leggerezza, luce e nel contempo, verve. La struttura, in acciaio, è attraversata da sottili funi in paracord (materiale usato solitamente per i paracadute). Tronchi di cono e cilindri che librano nell’aria, ribadendo – attraverso la trama filiforme e cangiante – ed esaltando, le forme regolari dei tavolini a cui fanno da faro.

Due le isole, dalla dimensione triangolare, disponibili ad ospitare tavolate più ampie ma configurati per accogliere, in perfetta sintonia con il mood made in States, anche posti singoli. I fornelli sono, d’altronde, sistemati nel mezzanino. Punto d’approdo e congiunzione tra il piano in questione e quello sottostante.

Un posto ideale in cui la tradizione orientale non si perde, ma studia vie inesplorate per collimare con le tendenze più attuali.

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