Gli Euro dell’età del bronzo erano fatti così…

Gli Euro dell’età del bronzo erano fatti così…

Unione Europea: una realtà faticosa da raggiungere, da preservare. Da coltivare, nel rispetto delle controparti. Mantenere l’individuale identità, uniformandosi al concetto allargato di Comunità, in cui, tra i numerosi segni di riconoscimento, vige anche una moneta unica.

Ebbene, la difficoltà riscontrata nel nuovo millennio, momento in cui l’Euro è entrato di fatto in vigore, con le controversie arcinote e le differenziazioni difficili a tramontare – vd, ad esempio, il lev bulgaro, le sterline britanniche, la corona ceca e via dicendo – non altrettanto si registrava 5000 anni fa, quando gli Europei tutti si dimostravano assai più coesi che nei tempi moderni.

Mappa dell’Europa centrale con il corrispettivo dei tesori presi in considerazione dalla ricerca
QUEL PATRIMONIO DISTRIBUITO TRA I POPOLI

La forma di denaro più consueta, all’epoca, si formalizzava in una serie di manufatti in bronzo: anelli, braccialetti, persino lame d’ascia. Oggetto di scambio, standardizzati nelle proporzioni e nel paso, affinché venissero riconosciuti come una vera a propria valuta.

In attesa di conferma, a riportare i dati è uno studio, realizzato da un gruppo di ricercatori dell’Università di Leida. La somiglianza riscontrata tra le più di 100 collezioni sembra il leitmotiv che conferisce sostegno alla teoria secondo cui, gli oltre 5000 pezzi presi in analisi, siano la testimonianza più concreta di un unico linguaggio economico.

Il confronto, del resto, parla chiaro e risponde in pieno al principio, meglio noto come Legge di Weber-Fechner. Vale a dire che, se due o più oggetti sono abbastanza simili per massa e forma, chi li tiene in mano non è in grado di percepirne la differenza.

I PRIMI VAGITI DEL ELLA MONETA

Dunque, benché il peso effettivo risultasse variabile (misurato tramite una bilancia), più del 70% del materiale preso in esame è risultato – in questo senso – abbastanza simile (attorno ai 195 gr) da potersi ritenere indistinguibile, con una misurazione empirica.

La consistente similarità, insieme all’enorme quantità del ritrovamento, può considerarsi, secondo gli scienziati, a guisa di prova concreta – sia pur non inoppugnabile – di un metodo standardizzato di pagamento.

Gli euro della preistoria si presentavano sotto forma di anelli, braccialetti, oggetti a forma di costole e asce di bronzo. Questi manufatti della prima età del bronzo erano standardizzati in forma e peso e usati come una prima forma di denaro. Successivamente, nella media età del bronzo europeo, nella documentazione archeologica compaiono strumenti di pesatura, indicando che si venne a sviluppare un sistema più preciso per la valuta in circolazione“. Così, per voce di Maikel Kuijpers, autore principale dello studio.

Un ennesimo passo nella direzione della verità, facendo i conti con una storia che ci racconta ogni giorno tanto e tanto di più di se stessa ed attende, silenziosa ma neppure troppo, di essere svelata.

LEGGI ANCHE: Benvenuti alla tavola dell’uomo di Neanderthal

CONSULTA LA SEZIONE NOTIZIE CURIOSE PRESENTE SUL SITO

Commento all'articolo