Smart but strong: il sindacato adesso si recita da casa

Smart but strong: il sindacato adesso si recita da casa

Non vi è chiaro? Eppure è proprio ciò che state immaginando. Vale a dire che, date le circostanze obbligate dalla pandemia, ossia il costante aumento di coloro che operano, per le proprie mansioni d’ufficio, da remoto, si è sentita l’esigenza di ‘difendere’ il nuovo ruolo dell’home worker. Dunque, bando alle ciance, si è subito ideato un sindacato che ne tutelasse i diritti. “Smart but strong”, questo il nome, che fa riferimento ai lavoratori digitali, ultimissima frontiera delle forme di tutela operaia.

Ci piace dare alle persone la libertà di lavorare dove vogliono, al sicuro e nella consapevolezza di avere l’impulso e la competenza per esibirsi in modo eccellente, sia che siano alla scrivania o in cucina“, recita il motto, defraudato alle labbra di Richard Branson, fondatore della Virgin.

E allora sia, con tutto quel che ne consegue.

Il dibattito è partito da un gruppo di impiegati milanesi che, nel 2020, hanno sperimentato il lavoro a distanza in termini di strategia aziendale, per far fronte all’avanzare del Covid. E, immediatamente, ne hanno colto i vantaggi. Dalla riduzione, drastica, del livello di stress, alla possibilità di disporre del proprio tempo, una volta bypassato lo scoglio del percorso casa-ufficio, nonché un netto risparmio rispetto alle spese quotidiane: carburante, mezzi pubblici, pause pranzo e così via.

Dati alla mano, era chiaro, quasi inevitabile, che si accendesse la vexata quaestio del ‘dopo‘.

Ritornare al ‘prima’, secondo l’opinione di molti, sarebbe corrisposto, infatti, ad un marcato passo indietro, dissertando su qualità della vita e benefici ricavati.

E’ maturata, dunque, l’esigenza di farsi gruppo, per difendere la condizione raggiunta, frutto di una rinnovata e più moderna modalità lavorativa. Sul sito ufficiale dell’organizzazione, www.smartbutstrong.org, il messaggio è chiaro: ”Vogliamo contribuire alla diffusione della cultura del lavoro agile nel nostro Paese, per vincere le grandi sfide che ci attendono: competitività, eguaglianza, lavoro, ambiente”.

Non siamo in conflitto con le tradizionali forme sindacali, anzi. Siamo disponibili al dialogo, per raggiungere risultati comuni” ribadiscono gli esegeti del contemporaneo pensiero. “Però crediamo che, nell’epoca attuale, ci sia bisogno di organizzazioni più adatte a difendere le nuove figure lavorative, nate dalla rivoluzione digitale. Oggi esistono strumenti potenti per far sentire la nostra voce. Non dimentichiamoci, infatti, che ogni lavoratore è anche un consumatore ed un elettore. Possiamo quindi utilizzare la nostra scelta d’acquisto o il nostro voto come armi, per influenzare e perseguire i nostri obiettivi“. Ci si converte, in pratica, ad inedite strategie di lotta, più consapevoli e nette delle precedenti.

Possiamo decidere di comprare un prodotto o un servizio di un’azienda che ha mostrato di condividere i nostri stessi valori“, evidenziano. “Oppure possiamo orientare il nostro voto verso il partito politico che includerà nel proprio programma di governo le nostre battaglie”.

Le linee guida hanno il carattere perentorio di chi è ben consapevole di ciò che vuole e sa come ottenerlo. Il resto è ricerca, sperimentazione, tecnologia e fortuna, come nelle migliori avventure che la vita ci conduce a intraprendere.

LEGGI ANCHE: In Toscana, il primo smart working village

LEGGI ANCHE: Smart working. L’ufficio da sogno ‘made at home’

Commento all'articolo