Noi, popolo di ‘distanziati’

Noi, popolo di ‘distanziati’

Le mascherine? Non c’è più posto per quelle di comunità. Vanno adottate le chirurgiche; mentre la distanza accelera e aumenta sino a 2metri. Carlo Signorelli non ha dubbi riguardo alla variante inglese del Covid, assai più trasmissibile e ormai dominante e alle norme da mettere in atto per tutelarsi:

Le Ffp2 sono mascherine professionali, pensate per chi lavora accanto a pazienti infetti“, spiega l’esperto. “Usarle nella vita di tutti i giorni non è necessario. Consiglierei, invece, il passaggio dalle mascherine di comunità a quelle chirurgiche… Almeno sui mezzi pubblici, nei negozi e negli spazi chiusi frequentati mi affiderei a loro. Sono ottimi strumenti di protezione, se ben indossate, coprendo anche il naso. Non a caso, sono state rese obbligatorie da subito sui voli aerei“, rassicura.

E, in merito al distanziamento: “2 metri sono meglio che uno“, prosegue. “Non è un valore tassativo, anche un metro e mezzo può essere sufficiente. L’importante è sapere che maggiore è la distanza, minore la quantità di virus con cui potremmo entrare in contatto. Un solo metro, con una variante così contagiosa in giro, rischia di non bastare“.

Si espone, il professore di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e accelera il passo, nei giorni in cui, DPCM appena emanato, già si pensa ad una stretta ulteriore. Preoccupa l’andamento della curva dei contagi e certo non consola il numero di ospedalizzazioni e di posti occupati in terapia intensiva, in costante aumento.

Al Ministero della Salute la soglia psicologica è fissata intorno ai 30 mila contagi al giorno. È lo stesso Mario Draghi ad annunciare che, di fronte al peggioramento dell’emergenza, “il Governo farà la sua parte. Servono scelte meditate, ma rapide“. Il presidente del Consiglio ha spiegato che la situazione è “analoga a quella di un anno fa“, ribadendo che il compito che si è prefissato è di “salvaguardare, con ogni mezzo, le vite degli italiani“.

A cominciare dai bambini: “dovrebbero indossare, e correttamente, le mascherine chirurgiche al posto di quelle di comunità, quando sono a scuola e giocano insieme“, specifica – e ritorniamo a bomba – l’igienista. “Le mascherine andrebbero mantenute all’aperto, anche come memento che la situazione richiede attenzione. Eviterei giochi di contatto e abbracci, sia fra loro che, a maggior ragione, con i nonni“. 

E poi, ancora, si aggiunge che occorre particolare rigore al chiuso. Aprire le finestre, ad esempio, “è una regola molto importante. I rischi di contagio all’aperto o dove l’aria circola è estremamente più basso, direi ridotto a un decimo“. Fra le mura domestiche ci si raccomanda, inoltre, di “non condividere piatti, bicchieri, posate e tanto meno gli spazzolini. Fare attenzione alle federe e agli asciugamani usati per il viso. Se entra un ospite, tenere sempre le mascherine“.

Regole, che giocano al rimpallo tra chiusure e vaccini. L’obiettivo è di “avere ovunque luoghi dove si possa vaccinare, perché da qui ad alcune settimane avremo milioni di dosi di vaccino da dover inoculare ai cittadini“. Meglio così, aggiungiamo noi. Intanto, il generale Figliuolo sta predisponendo, con il suo nucleo e la Protezione Civile, “gli ambienti dove si dovrà operare“.

Il piano, nei prossimi giorni, sarà potenziato, la via d’uscita non è lontana“, promette Draghi. Tuttavia, perché ciò accada, ci sarà ancora da stringere i denti.

LEGGI ANCHE: Le infinite grane di Bertolaso…

LEGGI LE ALTRE NEWS CHE RIGUARDANO LA POLITICA

Commento all'articolo