Quello ‘specchio d’acqua’ che pare un dipinto d’autore…

Quello ‘specchio d’acqua’ che pare un dipinto d’autore…

Ascoltate questa, oh voi che siete appassionati di luoghi fatati, che avete amato la saga di Frozen… se non avete mai sentito parlare del lago Baikal, in Siberia, sappiate che non ha nulla a che invidiare, in quanto a bellezza, alle fiabe. E’, con tutta probabilità, da ritenersi il più straordinario al mondo. Situata al confine con la Mongolia, la riserva di acqua dolce in questione è talmente profonda, con punte massime che si inoltrano, giù, fino a 1.600 mt, e un’estensione pari a quasi 32mila kmq, tale da battere tutti record.

Ma le curiosità non finiscono qui: il volume d’acqua contenuto è paragonabile al bacino dell’Amazzonia, circa ¼ delle risorse idriche – dolci – presenti sull’intero globo. Inoltre, pare, stando agli studiosi, che sia il lago più antico finora conosciuto, con un’origine che trova i suoi punti cardine addirittura 25milioni di anni fa.

Per questi, e numerosi altri motivi, c’è chi lo ha inteso definirlo: “uno specchio nel tempo e nello spazio“. Un’immensa risorsa di biodiversità, con specie di flora e fauna, reperibili unicamente qui.

Tuttavia, la vera nota di colore, quella – cioè – in grado di attirare fior di turisti e curiosi, è data dall’aspetto della superficie, che presenta un’innumerevole quantità di striature. Risultato, queste ultime, delle tempeste di vento e/o dei saliscendi delle temperature, tanto da renderla similare ad una tela di Burri.

Fenomeno ancor più sorprendente, le bolle d’aria, intrappolate sotto le lastre di ghiaccio, spesse due metri.

Vere e proprie colonne che si inerpicano in senso verticale, incastrate tra i ghiacci e che rappresentano la vera rarità di questi luoghi. Causa dell’evento, un’alga marina che produce gas metano, come scarto del proprio metabolismo. Il gas, in pratica, gelando, assume la tipica e suggestiva forma da cui, tutti, già al primo sguardo, rimaniamo incantati.

LEGGI ANCHE: Mummia, sì, ma prima ancora madre

LEGGI ANCHE: Avremmo proprio bisogno… di una Super Terra

Commento all'articolo