Assegno unico: tutto quel che c’è da sapere

Assegno unico: tutto quel che c’è da sapere

Da un minimo di 30 euro a un massimo di 217,8 euro al mese, per ciascun figlio. Eccola, in sintesi, la misura ponte per l’assegno unico. Manovra, valida da luglio a dicembre 2021, per chi non goda già di assegni familiari. E, pure in bozza, appaiono chiari i destinatari, vale a dire i nuclei, con un livello economico di Isee che non superi i 50 mila euro. Le famiglie con Isee fino a 7.000 euro rientreranno nel tetto massimo di distribuzione, se hanno almeno 3 ragazzi. Per chi ha figli disabili, invece, si calcola una nota aggiuntiva di 50 euro.

Per scoprire a chi, nel dettaglio, si rivolge l’assegno unico, segnaliamo, di seguito, i requisiti:

  • chi paga le tasse in Italia e sia residente nelle Penisola, da almeno 2 anni
  • cittadini Italiani e Ue e i titolari di permesso di soggiorno, per motivi di lavoro o di ricerca, almeno semestrale

Un decreto destinato, secondo quanto previsto, ad entrare a regime solo a partire gennaio 2022, ma che già in estate e fino a fine anno si farà notare nel suo ruolo di ‘traghettatore’. Un progetto, voluto dalla ministra per la Famiglia e le Pari opportunità Elena Bonetti, messo a punto con il benestare del Ministero dell’Economia e avvallato dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi

Obiettivo della riforma, fornire sostegno alle famiglie con figli e alle giovani coppie con redditi esigui, nel tentativo, anche, di invertire la tendenza, ormai ultra-consolidata, nel Paese, del calo della natalità. La legge delega votata dal Parlamento prevede, d’altronde, che l’assegno venga erogato con continuità, dal settimo mese di gravidanza fino alla maggiore età del figlio e anche dopo, fino ai 21 anni, per motivi di studio.

Niente slittamenti o rinvii, dunque, almeno nelle intenzioni del Governo. Da luglio, la norma dovrebbe consentire l’adeguata copertura per chi, in sostanza, finora ne è stato privo, vedi disoccupati e lavoratori autonomi. Sono, inoltre, inclusi nella lista dei nuovi beneficiari i soggetti ‘inattivi’ e i percettori di Reddito di cittadinanza. Le 4 milioni di famiglie che già incassano gli assegni familiari andranno, invece, incontro ad una maggiorazione di 37,5 euro al mese, per figlio (fino a due figli); 70 euro in più, dai 3 a salire.

Poi, dal 2022 è prevista l’estensione dell’assegno, che passerebbe a misura generale, per il nuovo Welfare familiare.

Nel periodo di rodaggio, si conta – numeri alla mano – di sovvenzionare un corrispettivo di circa 1,8 milioni di famiglie. Un piano certo ridimensionato rispetto al disegno originale, con un assegno – diciamo pure – semplificato e caratterizzato da importi minori, ma una decisione, pur tuttavia, di respiro estesa, per sei mesi, alle famiglie con figli da 0 a 18 anni.

L’importo andrà, poi, di pari passo con la quantità della prole: il massimo mensile è pari a 167,5 euro per primo e secondo figlio, maggiorato del 30%, dal terzo figlio in poi. Stando così le cose, il calcolo è presto fatto.

Passaggio indispensabile per ottenere l’assegno, presentare domanda online all’Inps (o a patronati e Caf), secondo le regole fissate, entro il 30 giugno. La decorrenza dell’assegno prenderà avvio al momento di presentazione della domanda. Inoltre, per le istanze conferite entro il 30 settembre 2021, alle famiglie interessate saranno corrisposte le mensilità arretrate, a partire dal mese di luglio.

Il saldo avverrà tramite bonifico bancario, direttamente sul conto corrente. Con affido condiviso dei minori l’assegno sarà accreditato al 50% sull’Iban di ciascun genitore, esentasse e compatibile con il Reddito di cittadinanza e con l’eventuale fruizione – riportiamo per esteso – da parte delle famiglie, di altre misure in denaro di sostegno, a favore dei figli a carico, erogate da Regioni, Province e Comuni.

Ad ulteriore certifica di aiuto, nella volontà di sveltire i passaggi, per i Caf, vale a dire per i Centri di Assistenza Fiscale che si dedicano ai servizi ai contribuenti, in considerazione dell’incremento di richieste di calcolo dell’Isee, verranno stanziati 30 milioni. La stessa consulta dei Caf, d’altra parte, ha già fatto presente come, da inizio anno, siano stati elaborati 5,7 milioni di modelli, con un incremento, rispetto all’anno precedente, del 26%.

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