La politica del ‘bang bang!’ e in Texas vince chi spara per primo

La politica del ‘bang bang!’ e in Texas vince chi spara per primo

Avete presente il Texas? Rappresenta, forse, la location ideale per tutta una serie di girati ‘di genere’. Fondina in bella vista e ‘bang!‘, colpo in canna, ovunque ci si trovi. Oh no, non ingannatevi, non stiamo parlando del Far West, ma di un fenomeno ben più attuale.

A casa, a scuola, in ufficio, adesso la legge consente ai cittadini di portare con sé pistole e revolver, senza neppure essere in possesso di licenza o addestramento. A firmare il quanto meno discutibile decreto, il repubblicano Greg Abbott, governatore per obblighi lavorativi; guerrafondaio per indole? Chissà… Di fatto, la legge è stata approvata a fine maggio e, a partire da settembre, abbandonerà le dinamiche della carta, per trasferirsi altrove.

Viene così introdotto, nell’ordinamento giuridico, il principio dell’open carry, esteso assai oltre al milione di persone che già posseggono una regolare licenza. Regola – va specificato – che si applica ‘solo’ ad armi, quali pistola o revolver, dato che, fino ad ora, nello Stato era già consentito il libero trasporto di fucili e carabine.

Suggestiva decisione… Di fatto, a tranquillizzare gli animi, finora, l’obbligo, per gli interessati, di fornire le impronte digitali e sottoporsi al background check, vale dire i controlli, per verificare che la fedina penale fosse pulita. E adesso?

Del resto, i numeri, al riguardo, hanno la meglio. Sono già 40 gli Stati Americani allineati in questo senso. Ma il Texas è il più grande di tutti e con i suoi 27 milioni di abitanti, in definitiva, il più denso di popolazione. Tutta – e va sottolineato – pienamente soddisfatta, o così intendono farci credere, rispetto alla decisione adottata.

Tant’è, per celebrare le nuove norme, l’associazione Open Carry Texas, già diversi anni or sono, aveva organizzato manifestazioni, lungo l’intero territorio Nazionale. Davanti all’Assemblea Parlamentare, ad Austin, come a Houston e a Dallas, migliaia di persone radunate in strada avevano ‘festeggiato’, impugnando il personale trofeo.

Il fondatore del gruppo, l’ex sergente dell’esercito C.J. Grisham, pur definendo egli stesso “esagerate” le reazioni dei concittadini, si era fatto ritrarre sui giornali locali mentre, con orgoglio, regalava un fucile calibro 22 di colore rosa alla figlia, in occasione del suo dodicesimo compleanno.

Al di là del raccapriccio abita lo smarrimento…

E se il Congresso appariva – e tuttora – in balia delle lobby, l’allora presidente Barack Obama, a fronte dell’inerzia di chi di dovere, aveva deciso di procedere in solitaria, adoperandosi il più prontamente possibile per risolvere la questione.

Si parlava, sempre nel 2016, di stretta decisiva, di inasprimento delle verifiche etc, etc, etc. Una battaglia che, evidentemente, l’eminente ospite della Casa Bianca deve aver perso. O dimenticato… Pare che la nuova legge sia, in effetti, il prodotto della pressione dei Gruppi conservatori e pro armi.

Sorde, questi ultimi, allo scetticismo delle organizzazioni di polizia, dello stesso Abbott e della maggioranza del pubblico – e ci si chiede, dunque, dove poggia la verità? – hanno, ad oggi, avuto la meglio.

Eppure… stando ad un recente sondaggio dell’Università del Texas e dei media locali, il 59% degli abitanti rifiuta quanto stabilito. Solo il 34% lo sostiene.

Ma in fondo, che male c’è? Uno sparo e via. Non si risolve tutto così?

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