Alfredino: quella prima volta che ci strappò via l’ingenuità

Alfredino: quella prima volta che ci strappò via l’ingenuità

Cosa può esserci di positivo quando un bambino, ingenuamente, si ritrova intrappolato negli abissi profondi di un pozzo. Incastrato, per giorni, in attesa che qualcuno corra, presto, a salvarlo?

Vorremmo potervi raccontare che questa premessa è frutto, unicamente, della fantasia. Vorremmo potervi rassicurare. Dirvi che, in verità, non accade. Non può accadere, anche solo per il semplice fatto che non è giusto. L’avvenimento, in sé, è qualcosa che sconquassa l’animo. Che turba, al punto tale, poi, da non volerne neppure sentir parlare.

Alfredino Rampi

Eppure, adesso, a distanza di 40 anni, Alfredino torna a farsi sentire, con la sua storia e con tutti i ricordi che – ahinoi – si trascina appresso. Un fardello pesante, per chi c’era, allora; per chi ha visto e reso in cronaca, da vicino, in diretta… per la prima volta, qualcosa che mai si sarebbe voluto raccontare. Un peso, per chi, a sua volta, in quegli anni viaggiava sull’onda dell’innocenza, bimbo anche lui o lei. Incredulo, di fronte ad un video che raccontava una favola nera, in cui non c’era il lieto fine. Non poteva… non c’era scampo.

E così, di racconto in racconto, si giunge a Le fiabe prudenti di oggi. Il podcast, che Sky ha voluto realizzare per far capire che cosa di buono sia scaturito dalla tragica vicenda di Alfredino Rampi, è già in testa alla classifica Top di Spotify.

D’altronde, la vicenda – terribilmente vera – ha segnato in maniera profonda l’intera Nazione. Eppure, come talvolta può succedere, si lavora tutt’ora in cerca di un lascito positivo. I genitori del piccolo, Franca e Ferdinando, che fondarono il Centro Rampi e seppero unire le forze migliori del Paese in quella Protezione Civile su cui tutti gli Italiani possono oggi contare, mai avrebbero voluto, né permesso, che la loro perdita rimanesse fine a stessa.

La storia è rievocata, ora, nella miniserie Alfredino – Una storia italiana, in prima tv il 21 e 28 giugno su Sky Cinema e, in streaming, su NOW.

E le fiabe? Quelle prudenti, di cui sopra, altro non sono se non sette racconti dedicati ai più piccoli, uno per ogni sera della settimana che, rievocando Alfredino, raccontano e spiegano di sicurezza e prevenzione.

Scritte, sempre per Sky, da Stefania Andreoli, psicoterapeuta e autrice che lavora da sempre con l’età evolutiva, la voce narrante la presta, anche in questo caso, Anna Foglietta, interprete, tra l’altro, della miniserie. In ciascuna favola, il o la protagonista avverte un prurito al naso, qualora si trovi in una situazione di potenziale pericolo. Si impara, in sostanza, come – ad esempio – come affrontare un incendio boschivo (Naso a zig zag) o una fuga di gas (Naso a manovella), come fare un albero di Natale sicuro ( Naso alla Giacomo Giacomo) o, ancora, come cavarsela, se si rimane bloccati in ascensore (Naso a cento all’ora).

Si ribadisce l’imprudenza nello sporgersi da balconi o salire su sedie e tavoli, troppo vicini alle finestre (Naso a elica) o, anche, nel trovarsi in prossimità di un lago o del mare, durante un temporale (Naso alla bersagliera) e si sottolinea, altresì, come sia sconsigliato toccare apparecchiature elettriche, con mani e piedi bagnati (Naso a coccodè).

Ecco. Appunti di crescita e di saggezza, potremmo fermarci a chiamarli così, che di più non ci viene.

L’unica sottolineatura, arrivati a questo punto, è nei tuoi riguardi, Alfredino. Perdonaci, perché il tempo, nel tuo caso, non è bastato ad allentare il dolore. Noi, e chiniamo la testa del doverlo ammettere, siamo ancora fermi lì, a quei tristi e feroci giorni di giugno, ansiosi di vederti uscire fuori da quel maledetto pozzo sì, ma vivo. E’ struggente parlare di te. anche solo accennare di te… e ti chiediamo scusa, perché umani lo siamo pure noi e, stavolta, non possiamo fare a meno, nello scrivere, di fermarci qui.

Ciao, tesoro…

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