Quando è tutto un fatto di bon ton…

Quando è tutto un fatto di bon ton…

Questione di etichetta. Saper stare, e non solo, a tavola… e i comportamenti di cui tenere conto sono tanti. Piccole attenzioni, di cui non privarsi, per non fare una pessima figura, certo, ma anche in rispetto di chi ci sta affianco. Non vi viene in mente proprio nulla?

Andiamo a curiosare un po’ e vediamo quanti ne conosciamo… e applichiamo.

VIAGGIO TRA I DETTAMI DELLE BUONE MANIERE

  • Poco conta se la fame sia, come dire… da lupi. Quando si mastica occorre rallentare il ritmo, per assicurarsi di finire il pasto, più o meno in contemporanea agli altri commensali. Una volta terminato, le posate andranno allineate una accanto all’altra, direzionate al punto in cui si trova il numero 11, sul quadrante dell’orologio.
  • Non importa dove ci si trovi, in quanto ad apparecchiatura la questione non cambia: forchette a sinistra del piatto, coltello e cucchiaio a destra; bicchiere, nell’angolo in alto a destra e piattino del pane, nell’angolo in alto a sinistra.
  • E’ educazione conservare gli effetti personali lontani dal tavolo. Ciò include cellulare, borsa, portafoglio e qualsiasi altro oggetto. Una misura, per non creare ingombro e rendere, tra l’altro, più agevole il lavoro dell’eventuale cameriere.
  • A cena fuori, potrebbe risultare complicato intuire a chi appartengono i bicchieri. Ma riguardo al pane non vi sono dubbi. E’ posizionato sempre e solo a sinistra della seduta. Un aiutino per rammentarlo? “Liquidi a destra, solidi a sinistra“.
  • Il nemico si nasconde dietro l’angolo, sotto le sembianze di un’oliva con ancora il nocciolo. Come agire? Mai sputarlo nel piatto. Piuttosto, riporlo con discrezione a lato, se non è presente già un piatto o una ciotola, atta all’uopo.
  • Qualora si ordini un drink provvisto di cannuccia, tassativo non piegarsi sul bicchiere per bere. Basta sollevare quest’ultimo dal tavolo e portarlo alle labbra, ogni volta che se ne percepisca la necessità.
  • Se il tovagliolo non è posizionato direttamente sul piatto, d’uso nei ristoranti, si troverà alla sua sinistra. Andrà steso ordinatamente in grembo, una volta che tutti si sono seduti.
  • Non importa quanto appetitoso sia il cibo, prima di mangiare si attende che tutti risultino seduti e serviti. Solo allora si partirà con il primo assaggio.
  • La zuppa può rendersi tra i piatti più difficili da mangiare. Per evitare incidenti, basta muovere il cucchiaio verso la bocca, anziché il contrario. Gesto, inoltre, che impedisce di incurvarsi sulla ciotola.
  • Non si parla con la bocca piena, lo diceva anche la mamma. Dunque, se qualcuno dovesse rivolgerci una domanda è bene accennare ad un sorriso, accompagnandolo ad un gesto che indichi l’attesa. Una volta deglutito, la conversazione potrà riavviarsi.
  • A tavola, i bocconi sono piccoli, onde evitare un effetto antiestetico e digerire più agevolmente quel che si mangia.
  • Occhio… ai crostacei. Sanno rendersi insidiosi. Le ostriche vanno ‘aspirate’ – evitando di far rumore – e non mangiate con le posate. Con le cozze, si adopera l’apposita forchetta da pesce per estrarre la prima dal guscio. Quindi, si prosegue utilizzando la conchiglia, per mangiare le altre. Per quanto riguarda l’aragosta, che richiede strumenti adeguati, il consiglio è… fatevi aiutare.
  • Evento formale o non, per servire gli ospiti, sempre utilizzare gli utensili da portata designati.
  • Onde evitare inutile confusione, quando ci si passa i piatti, farli girare sempre da destra.
  • Mai tagliare la carne in una sola volta. E’ consigliato, invece, ricavarne, pezzo dopo pezzo, il boccone da portare al palato.
  • Se c’è una baguette in tavola, solitamente è disposta su di un tovagliolo, per poi, venir posizionata in un cestino. Tenere, pertanto, il pane adoperando il tovagliolo. Quindi, con il coltello seghettato tagliare la rispettiva quantità. Ciò assicurerà di venire a contatto solamente con le fette da mangiare.
  • Leccarsi le dita è e deve rimanere esclusivamente un modo di dire. Vanno asciugate, invece, con discrezione, per mezzo del tovagliolo.
  • Per pulirsi la bocca, nel dubbio siano rimasti residui di cibo, piegare un lembo del tovagliolo in uno stretto triangolo e tamponarlo, appena, sulle labbra.
  • Se si è a pranzo o a cena fuori, evitare di raccogliere i piatti, per poi impilarli al centro del tavolo, nel momento in cui si è terminato il pasto. La maggior parte dei ristoranti ha un sistema per sparecchiare. Inoltre, il gesto, pur se compiuto con le migliori intenzioni, potrebbe dare l’impressione che i camerieri non stiano eseguendo il proprio lavoro con dovizia. Non rimane che pazientare.
  • Succede ai migliori. Qualora, al ristorante, dovesse cadere una posata, Galateo vuole che si chiami un cameriere, che subito ne procurerà una pulita. Mai piegarsi a raccoglierla.
  • Anche se si è raffreddati, non è educato soffiarsi il naso, a tavola, mentre gli altri stanno mangiando. Meglio recarsi in bagno, per provvedere, o in un luogo un po’ appartato.
  • Non è concesso neppure iniziare a sparecchiare, finché tutti gli ospiti non abbiano concluso di mangiare.
  • Prima di adoperare la saliera, è bene assicurarsi del sapore del cibo, con un assaggio. Condire a priori può, infatti, segnalare scarso gusto nel desinare o, peggio, indicare che non sia gradevole.
  • A meno che si stia seguendo una dieta effettivamente rigida – sottoposta ad allergie o condizioni mediche particolari – in genere, conviene astenersi dal personalizzare i pasti, nel momento in cui si mangi fuori. La maggior parte dei ristoranti lo consente, come pure richiedere salse a parte, ma non è mai signorile pretendere un fuori menù.
  • L’ora dei pasti è sacra e non dovrebbe essere disturbata da chiamate o messaggi in arrivo. Il telefono va controllato, solo in caso di emergenza. Comunque, non si parla, né si messaggia né, tanto meno, si gioca. È scortese, punto.
  • Nell’assaporare la zuppa, evitare di sollevare la ciotola, per trangugiarla. Occorre attendere che si raffreddi o soffiarci sopra, delicatamente, prima di proseguire con il cucchiaio. Alla fine, inclinare leggermente la ciotola e raccogliere la rimanenza, sempre con il cucchiaio.
  • I gomiti sul tavolo, mentre si mangia, sono generalmente considerati un segno di cattive maniere. Al giorno d’oggi, tuttavia, l’etichetta è diventata più flessibile e non è considerato scortese, quando ancora il cibo non è presente in tavola.
  • La scarpetta? Va circostanziata. Se avanza ancora un po’ della buonissima salsa, inzupparla con il pane inviando, nel frattempo, i complimenti allo chef. E’ l’unica scappatoia.
  • A tavola, mai sforzarsi di raggiungere quel di cui si ha bisogno. Si chiede, invece, alla persona più vicina, l’oggetto da passare, onde limitare i possibili danni ed evitare di infastidire il resto dei commensali.
  • Ci si accorge di avere rimasugli di cibo tra i denti? Allontanarsi e risolvere la questione è la soluzione migliore. Semmai, domandare uno stuzzicadenti e, quanto più discretamente possibile, cercare di estrarli. Evitare, in ogni caso, di avvalersi delle dita.

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