La politica del Multiasset firmata Cimbri: ‘vigile’ ma rampante

La politica del Multiasset firmata Cimbri: ‘vigile’ ma rampante

Un timoniere. Uno di quelli intraprendenti ed arguti. Capace di captare in anticipo quel che sta per accadere e direzionarlo, lentamente ma con tenacia, verso dove desidera.

Atipico? Niente affatto. Anzi, il personaggio in causa presenta, una ad una, le caratteristiche dei vincenti. Innanzi tutto è sardo, di nascita. Il che ne sottolinea immediatamente la scorza.

Bolognese d’adozione, ha fatto di questa città la sua ‘Terra d’appello’. E’ qui che si è laureato in Economia e Commercio. E’ qui che, a partire dal 1990, ha intrapreso la personale scalata al ruolo di Amministratore Delegato di Unipol. Percorso, portato a termine nel 2010.

Eccolo, dunque, il nuovo – ormai non più tanto – Ceo. Di Lui si conoscono i gusti: è tifoso dell’Inter, amante della montagna, con una certa predilezione per i viaggi e, in particolare, per Miami dove, tra l’altro, ha casa. Ed è noto, pure, il carattere. Vuoi per il padre, maresciallo dei Carabinieri, che deve averlo instradato al senso della disciplina, Vuoi per la tempra, che rispecchia quella tipica degli isolani.

Lavora ‘testa bassa’, il protagonista di questo racconto, scevro dal clamore. E, intanto, si determina e costruisce, nel contempo. Nome e cognome: mancano solo quelli, arrivati a questo punto. Ebbene, l’uomo ‘nell’ombra’, anche se definirlo in tal maniera non risponde del tutto a verità, è Carlo Cimbri.

Uno ‘che piace a quelli che contano‘ e, di saperci fare, il ‘nostro’, lo ha dimostrato in più occasioni.

Come la volta in cui ha saputo gestire l‘Ops, promossa da Intesa San Paolo su Ubi. Una mossa apparentemente scontata che, invece, ha rivelato – alla guisa di un vaso di Pandora – il fluire dei rinnovati assetti. Il valore era comprendere dove posizionarsi. That’s it.

Secondo momento, la richiesta della Delfin di Leonardo Del Vecchio – accettata da BCE – di crescere (almeno) fino al 20% di Mediobanca. Anche in questo caso, si trattava di saper gestire gli equilibri. Cavalcare l’onda, per intenderci. E Cimbri ha dimostrato di saper navigare egregiamente.

Una presenza, la sua – low profile, eppure sempre più centrale, nell’ambito della finanza targata made in Italy. Conosce a fondo giochi e giochetti, mosse e contromosse.

Il suo lo ha fatto, persino quando ancora la gestione era ad appannaggio di Giovanni Consorte e continua ad operare, tuttora, senza mai concedersi troppo. Fa capolino, dalle finestre della propria Torre, esponendosi quel tanto che basta e ‘solo’ per sporadici blitz.

Così, il primo segno lo ha tracciato tramite l’acquisizione di Fondiaria-Sai. Talento nell’ampliare il business che, nel tempo, lo ha reso credibile – e gradito – financo al contesto delle Coop. Non a caso, lo ‘scossone’ inferto, a suo tempo, a Unipol Banca, fatta confluire nella più solida modenese Bper, della quale, attualmente, il Gruppo Assicurativo detiene circa il 20% azionario.

Un processo di consolidamento in fieri. I soci storici, in questo senso, hanno iniziato ad arrotondare le rispettive quote partecipative. Anche qui, non entriamo nei dettagli, correndo il rischio di tediarvi, ma qualcosa, nell’aria, si muove. La fame si percepisce. Eccome.

Unipol è impegnata stabilmente nel capitale di Bper, ma è intenzionata, non di meno, a scommettere sulla Popolare di Sondrio. Voglia di crescere, che chiede sostegno a partner e alleati. E che, ancora, in questo caso, mette in nuce un temperamento tosto, determinato, solido.

Le quote di Unipol sono già salite al 9,5% del Capitale della Banca Valtellinese, contro le precedenti già in tasca, pari al 6,9%. Certo, gli esiti di operazioni che potremmo definire ‘a cuore aperto’ sono da stabilirsi ma – lontano da imprevisti – La Popolare pare destinata a ‘cambiare casacca. A farsi interprete di una manovra assai raffinata, che potrebbe condurre alla creazione di un Terzo Polo, dopo Intesa San Paolo e Unicredit.

Il futuro è nebbia, ma quello che possiede tutti i titoli per disegnarsi a burattinaio, lo abbiamo compreso, è là. Immarcescibile, dall’alto del proprio avamposto muove le pedine, scompagina le carte, opera la sua ‘rivoluzione silenziosa’. D’altronde, Lui sa… e sa come fare.

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