Ridisegnami sì, ma fallo dolcemente…

Ridisegnami sì, ma fallo dolcemente…

Naso, zigomi, labbra… tutto da rifare. Eh sì, perché adesso che l’obbligo della mascherina è rimosso, anche se solo all’aperto, l’occhio ritorna attento ai difetti, che lo specchio puntualmente riporta. Veri o fittizi, poi, quella è tutta un’altra storia. Di fatto, la chirurgia estetica, nel giro di poco, ha subito un’ennesima impennata. In vista dell’estate, come dire, ci si rispolvera, puntando, tuttavia, stavolta, a metodi poco invasivi. Interventi di routine, che assicurano risultati sorprendenti e sottotraccia.

Il minilifting composito, ad esempio, consiste in una tecnica innovativa, piuttosto diffusa, che si effettua tramite una piccola incisione, alla base del padiglione auricolare. Dipresso, è possibile procedere con uno scollamento di 5-6 cm sottocute e con il riposizionamento dei tessuti, verso l’alto. Un intervento, della durata di circa un’ora e caratterizzato da un post operatorio, decisamente rapido: sole 24 ore di bendaggio, 4 giorni di medicazione e, a 7 giorni di distanza, la rimozione dei punti di sutura. Tempistiche d’avanguardia, che si accompagnano a risultati considerevoli.

Molto richieste – confermano gli esperti – sono anche le micro-protesi facciali con effetto riempitivo, su tempie e orbite scarnite o nasi grossi e adunchi“. Le protesi in silicone, in sostanza, vengono poste appena sotto le orbite oculari, a 2/3 mm dalla palpebra, ed estendendosi fino allo zigomo, riescono a riprodurre la curvatura, persa con l’avanzare dell’età. L’effetto di ringiovanimento, sul viso, è eccellente. Si arriva a togliersi fino a 15 anni.

Super richieste, infine, rimangono le protesi labiali, più efficaci del filler, per le dimensioni carnose e a lunga tenuta.

Insomma, carte alla mano, la pandemia sembra aver interferito solo parzialmente – e per un lasso di tempo assai limitato – sul settore della rifacimento plastico. Nel 2020, per dire, si è riscontrato un aumento del 25% delle richieste, rispetto all’anno precedente. Fenomeno, questo, dovuto, in parte, anche allo Zoom Boom, ovvero la costante esposizione della propria immagine in video call. Le riunioni on demand hanno finito per sostituire, in pratica, gli incontri in presenza.

E, tra i tanti dati, emerge anche che, la maggior parte di quanti ricorrono al ‘ritocchino’ preferisce i filler iniettabili agli interventi veri e propri, per le capacità ormai avanzate, per la breve durata delle sedute, perché il detto secondo cui ‘per essere belle bisogna soffrire‘, ormai, è passato di moda.

LEGGI ANCHE: Strani indirizzi di bellezza…

LEGGI ANCHE: Acido retinoico: magistrale alleato contro le rughe

Commento all'articolo