Nere, luminescenti, perlate. Spiagge: immacolati paradisi a due passi dal mare

Nere, luminescenti, perlate. Spiagge: immacolati paradisi a due passi dal mare

Situate presso i quattro angoli del Globo, offrono paesaggi spettacolari ed esperienze inconsuete. Vuoi per l’assetto, curioso, vuoi per il messaggio di unicità che le caratterizza. Così, in queste location i colori si fanno bizzarri, le consistenze desuete; la natura, tutt’attorno, alle volte, persino inquietante. La preferita? Inutile affaccendarsi a scegliere che, tra tutte, non rimane che l’imbarazzo… 

Jökulsárlón, Islanda 

Ai confini con il Parco Nazionale del Vatnajökull, nel sud-est del Paese, la laguna di Jökulsárlón rappresenta il più vasto e noto lago di origine glaciale dell’Islanda. Gli iceberg che lo costellano si staccano dal vicino ghiacciaio Breiðamerkurjökull e, attraverso i loro frammenti, ne ricoprono la spiaggia. Da qui, sfumature – nell’ordine, di bianco, turchese o blu, ma persino giallo, qualora contengano solfuri vulcanici, o neri, se presenti frammenti di cenere – si avvicendano tra loro, dando risultanza ad uno spettacolo mozzafiato.  

Siesta Key, Florida, Usa

La sabbia, bianca, basta da sola a rapire lo sguardo. Siesta Key è rinomata, del resto, proprio per la colorazione candida, dovuta alla polvere di quarzo, sottilissima e pura, che la caratterizza. Gli scienziati ritengono che la particolare pietra provenga dai Monti Appalachi e che abbia impiegato milioni di anni per giungere fino all’isola. La particolare grana fa sì che non si surriscaldi neppure sotto il solleone, tanto che vi si può camminare a piedi nudi, senza scottarsi.  

Papakōlea Beach, Hawaii

L’aspetto curioso di questa spiaggia deriva dall’inconsueta tonalità verde. L’arenile è composto da sottilissime frazioni di olivina, una sostanza minerale vulcanica presente nelle colline circostanti, che conferisce al lido un aspetto bizzarro e, al tempo stesso, irriproducibile.

Reynisfjara, Islanda e Kilauea, Hawaii 

Ai due capi opposti del mondo, a Reynisfjara, nell’Islanda meridionale, e a Kilauea, presso l’arcipelago delle Hawaii, la presenza di grandi vulcani attivi regala spiagge accentate di nero. E se, nella prima, la natura si descrive aspra e ostile, nella seconda si mostra verdeggiante e selvaggia. Difficile stabilire quale, tra le due, sia la più affascinante.  

Vaadhoo, Maldive

Di che colore è la luce? Come dirlo? Così come non si può descrivere la bellezza del fenomeno della bioluminescenza, attribuibile ad alcune aree delle Maldive. Il fenomeno, presente anche in alcune regioni dell’Africa e dell’Australia, è dovuto all’accumulo di un particolare tipo di fitoplancton che, sulla battigia, di notte, trasforma la spiaggia in un caleidoscopio di scintillii turchesi. 

Ribadeo, Galizia

E’ soprannominata Spiaggia delle Cattedrali ed è facile capire il perché: le rocce, monumentali, che la circondano sono imponenti, come vere e proprie cattedrali gotiche. Gli archi, i pilastri e le forme grandiose della scogliera sono tanto suggestivi, da lasciare privi di fiato.    

Giants Causeway, Irlanda del Nord

Altri scogli bizzarri sono quelli che formano il Giants Causeway, ovvero il ‘Cammino dei giganti’. Un affioramento roccioso di origine vulcanica, situato sulla costa orientale dell’Irlanda del Nord, composto da circa 40 mila colonnine poligonali di basalto e oggi – inevitabile conclusione – assunto a Patrimonio dell’Umanità Unesco.  

Koekohe Beach, Nuova Zelanda 

Dalla suggestiva forma rotondeggiante, con le loro dimensioni notevoli, raggiungono, all’incirca, i due metri di diametro. I massi che costellano l’arenile sono assai antichi e modellati in forma sferica, grazie all’azione del tempo, da millenni di erosione. 

Shell Beach, Shark Bay, Australia 

Si trova in Australia e rappresenta un caso pressoché unico. Come racconta già il nome, la spiaggia si compone interamente da conchiglie, tutte provenienti dallo stesso tipo di mollusco, Coquina o Hamelin Cockle, che abita esclusivamente in acque saline. Ben 60 chilometri di bagnasciuga, in cui lo strato di conchiglie raggiunge una profondità di sette-dieci metri. 

Anakena, Isola di Pasqua e Tulum, Messico 

Nell’Isola di Pasqua, dalla spiaggia di Anakena, può capitare di fare il bagno, sotto lo sguardo vigile e un po’ inquietante di una fila di Moai, le caratteristiche statue in pietra lavica, figlie della cultura locale. Non è da meno, in quanto a fascino storico, la spiaggia bianca che si trova ai piedi delle rovine di Tulum, in Messico, dalle cui acque turchesi e cristalline si possono ammirare le imponenti rovine del sito archeologico azteco, tra i più conosciuti dello Yucatan. 

LEGGI ANCHE: Diciamocelo: questa spiaggia è riuscita a sedurre persino Camilleri

LEGGI ANCHE: Ma ve ne siete accorti? A due passi da noi c’è l’Abruzzo

Commento all'articolo