Una colazione così… ‘ve la potete solo che sognà’

Una colazione così… ‘ve la potete solo che sognà’

Eccolo, senza tema di smentita, il fiore all’occhiello della pasticceria romana. Una morbida pagnotta farcita con panna – così potremmo definirla, semplificando – di fronte alla quale anche le barriere, persino quelle accanitamente incrollabili, vengono meno.

Tuttavia, di questo cibo godurioso al di là del pensabile, pochi conoscono la matrice. Le origini del buffo appellativo deriverebbero dall’usanza, presente già nell’antica Roma, di offrire il tipico dolce laziale alla propria fidanzata. In sostanza, il primo venerdì del mese di marzo (sorta di antesignano dell’attuale 14 febbraio), il futuro marito soleva donarne uno alla sua promessa sposa, nascondendo al suo interno un piccolo omaggio.

Un pegno d’amore, per intenderci. Un anello di fidanzamento, un paio di orecchini o un altro gioiello, di dimensioni comunque ridotte. Comportamento, che induceva le future spose ad appellare il promesso marito con l’insolito vezzeggiativo – per l’appunto – di maritozzo.

La ricetta originale

Tra i dolci più famosi e caratteristici del Lazio – non a caso rimane tra i ‘territori di conquista’, da parte dei forestieri – per prepararlo in casa non serve poi molto.

La planetaria, beninteso, rappresenterebbe l’eccellenza. Ma si può procedere anche manualmente.

Ingredienti:
  • 300 gr di farina Manitoba
  • 250 gr di farina 0
  • 20 gr lievito di birra fresco
  • 200 gr di latte
  • 120 gr di acqua
  • 65 gr di zucchero
  • 1 tuorlo
  • 70 gr di burro
  • 8 gr di sale
  • scorza grattugiata di limone e arancia
  • 1 bacca di vaniglia
  • 160 g di zucchero, per lucidare
  • 120 g di acqua
  • 500 g di panna fresca, per la farcitura
Preparazione:

Versate in una planetaria i due tipi di farina, insieme al lievito di birra sbriciolato (è possibile realizzare i maritozzi con lievito madre al posto di quello di birra), l’acqua, il latte, lo zucchero ed il tuorlo.

Azionate la planetaria e lavorate l’impasto, fino ad ottenere una sorta di palla. Aggiungete i semini ricavati dalla bacca di vaniglia. Gradualmente, il burro morbido, a pezzi, il sale, la scorza grattugiata degli agrumi e continuate, fino ad ottenere un impasto liscio.

Coprite la ciotola con la pellicola trasparente e fate lievitare, per circa 1 ora e mezza. Trasferite, quindi, su un piano infarinato e ricavate una serie di palline della stessa grandezza, conferendo una forma leggermente allungata. 

Fatele lievitare ancora, coperte da un canovaccio, per 1 ora. Infornate i maritozzi in forno già caldo e ventilato, a 180°C, per 20-23 minuti.

Nel frattempo, preparate il composto per la lucidatura. In un pentolino, fate scaldare i 120 gr di acqua con i 160 di zucchero. Portate a bollore, quindi lasciate raffreddare.

Appena sfornati i maritozzi, spennellateli con lo sciroppo e, una volta che si saranno raffreddati, tagliateli a metà e farciteli con la panna montata.

Forse non tutti lo sanno, ma…

Ne esiste, anche, una versione salata. Ha l’aspetto di un panino arrotondato o allungato, contiene meno zucchero rispetto all’originale e, di conseguenza, il sapore rimane neutro. Ciò lo rende perfetto per accogliere ripieni diversificati trasformandosi, all’occorrenza, in uno street food o un raffinato antipasto gourmet. Come farcirlo? Maionese, tonno, prosciutto, formaggio fresco, olive, tonno sott’olio, uova sode e tanta immaginazione.

Cambio di marcia

Provate ad utilizzare l’olio al posto del burro e a variarne la forma. in fondo, si tratta solo di un gioco per viziare il palato. Iginio Massari, ad esempio, lo propone sferico e ricco di una varietà di ripieni infinita. Dallo zabaione alla crema al cioccolato; con la crema di nocciola – golosissimo – o con il pistacchio; al caffè e con l’irresistibile crema alla vaniglia e panna montata.

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