Storia di un granchio che si era perso, o che amava viaggiare…

Storia di un granchio che si era perso, o che amava viaggiare…

Gli anglosassoni lo hanno soprannominato granchio crocifisso, a causa del disegno, che caratterizza la parte dorsale del carapace. Di fatto, si tratta di un granchio indiano originario dell’Indo-Pacifico, una femmina di Charybdis feriata, catturata, di recente, nelle acque antistanti Genova, a soli 50 metri di profondità. Presa incidentalmente, insieme ad un tramaglio per aragoste.

Il pescatore che l’ha rivenuta ha ritenuto di avvisare immediatamente i biologi del Laboratorio di Biologia della Pesca Distav dell’Università di Genova. Così si è giunti, nel giro di poco, alla quarta segnalazione nel territorio del Mediterraneo.

La prima, in ordine di tempo, risale al 2004, in Catalogna, nei pressi di Barcellona; la seconda a Livorno, nel 2015; la terza, ancora in Spagna, vicino a Tarragona, nel 2017. Essendo l’animale ancora vivo, gli esperti si sono dati da fare, per trasferire l’esemplare nelle vasche curatoriali, in modo da osservarne il comportamento. 5 giorni appena, tuttavia. Dopodiché, il granchio è deceduto e c’era, forse, da aspettarselo, così lontano da casa.

Nell’ambiente di origine la specie vive sui fondali, fangosi o sabbiosi, della costa e viene attivamente pescato, in India e in Vietnam. I maschi possono raggiungere 1 kg di peso, le femmine fino a 400 gr. Dunque, giacché le catture sono sporadiche – un arco temporale di circa 18 anni – si può ipotizzare che i singoli individui siano arrivati nel nostro mare, grazie all’intensificazione dei traffici navali. 

Un altro caso eclatante è quello, del resto, del Callynectes sapidus – il granchio reale blu. Ebbene, anche la razza derivata dall’America ha colonizzato assai velocemente quasi tutto il Mediterraneo. D’altra parte, il Golfo di Genova rappresenta la parte più settentrionale del bacino occidentale del Mare nostrum e, per le sue caratteristiche oceanografiche di intenso idrodinamismo, parimenti all’azione dei venti freddi di tramontana, mantiene – probabilmente – un habitat tuttora poco congeniale, per organismi provenienti da condizioni evidentemente più mitigate. 

CONSULTA LA SEZIONE ANIMALI PRESENTE SUL SITO

LEGGI ANCHE: Si chiama Vespa, sì, ma viaggia in fondo al Mar