L’altra Linda: diario di una modella che ci ha fatto sognare
I più adulti di noi la ricordano come una tra le Top Model degli anni ’90, icona di un periodo storico che l’ha voluta, insieme alle sue colleghe, regina delle passerelle. Adesso, all’età di 56 anni, la sua vita è cambiata e il lustro di un tempo ha lasciato il posto, purtroppo, ad un vero e proprio dramma.
Linda Evengelista si racconta e mette in bella mostra gli effetti della chirurgia estetica, che l’ha “brutalmente deformata e sfigurata“. Una sofferenza, che ha deciso di condividere giacché, secondo le sue stesse parole, “non posso più vivere vergognandomi“. Dunque, la ritroviamo di nuovo in copertina, dopo ben cinque anni di isolamento.
Affacciata sulla rivista People sceglie di rivelare i segni che porta sul volto e sul corpo. Spiega di essersi sottoposta a sette sedute di criolipolisi, un trattamento che aiuta a ridurre gli accumuli di grasso localizzati utilizzando il freddo che – però – l’ha “permanentemente deformata“. Si sofferma, poi, sulla richiesta, pari a 50 milioni dollari di danni, nei confronti della Società a cui si era rivolta.
“Mi piaceva molto stare al centro dell’attenzione, come lo ero quando sfilavo. Ora ho paura di imbattermi in qualcuno che conosco… non posso più vivere chiusa in questo dolore“. Tre mesi dopo le sedute – spiega – ha iniziato a notare rigonfiamenti sul mento, sulle cosce e nella zona del seno. In pratica, proprio le zone che era intenzionata a rimpiccolire. E, intanto, perdevano di sensibilità. “Ho cercato di capire da sola che cosa stava succedendo, perché pensavo di fare io qualcosa di sbagliato“, prosegue. “Ma nulla cambiava, anzi. Tutto andava peggiorando“.
Nel 2016, la diagnosi del medico ha finito così per dare credito ad una iperplasia adiposa paradossa, effetto collaterale piuttosto raro (colpisce circa l’1% di chi si sottopone alla cura) che, invece che diminuirlo, aumenta il volume delle cellule adipose, nelle parti del corpo trattate.
Sempre la ‘nostra’, riferisce di essersi sottoposta ad altri due interventi chirurgici, questa volta di liposuzione. Soluzione tuttavia effimera, in cambio – nelle speranze della Ditta coinvolta – di un accordo di riservatezza. “Comunque non andava meglio, i rigonfiamenti erano ancora presenti. Anche la mia postura è stata influenzata, perché non riesco più ad appoggiare le braccia lungo i fianchi”.
“Non mi guardavo più allo specchio“, aggiunge, lasciandosi andare, infine, ad una serie di riflessioni laconiche: “Perché sentiamo il bisogno di fare queste cose ai nostri corpi? Ho sempre saputo che sarei invecchiata. La Linda Evangelista top model è quasi scomparsa“.
Ebbene, dispiaciuti per l’accaduto e nostalgici di una bellezza dir poco da capogiro, siamo comunque dell’idea che testimonianze come quella di Linda siano indispensabili. Rappresentino un deterrente, a favore di chi di consapevolezza ne possiede poca e facilmente cade nella trappola dell’effimero a tutti i costi.
Inseguire il mito dell’eterna giovinezza equivale ad un’utopia. Diverso è, al contrario, imparare ad aver cura di sé. Volersi bene, accogliersi, nel tentativo costante di migliorarsi. allora sì, la politica del bello funziona e , là ove si corra il rischio di smarrirsi, è assai più facile fermarsi prima di metter un piede in fallo o, semmai, tornare indietro.
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