Cosa può un vassoio di paste…

Cosa può un vassoio di paste…

Che tocca fa pe’ campà!’. A Roma si direbbe così. In questa storia, in qualche modo, ce lo si domanda, in quel di Eraclea, città metropolitana di Venezia.

Il boss dei Casalesi

Ebbene, la storia è tutta qui, banale, ma sempre d’effetto. Il ‘nostro’, vale a dire il protagonista dell’amara vicenda, ha perso il posto di lavoro, poiché si era permesso di far pagare, ad alcuni membri del clan dei Casalesi, una… guantiera di pasticcini. Già, avete capito bene. Un episodio come tanti, del resto, giacché a chi ha inteso ribellarsi a soprusi ed intimidazioni è successo anche di peggio.  

NESSUN APPELLO PER I COLPEVOLI

Nelle motivazioni della sentenza, con cui sono stati respinti gli appelli presentati dagli imputati, nel processo attualmente in corso, si racconta di licenziamenti ed aggressioni, nella più conveniente delle ipotesi. 

Il boss del gruppo Luciano Donadio e i suoi affiliati, sulle sponde del litorale, hanno tenuto banco con la politica del terrore per ben venti anni, costellandoli di rapine, estorsioni, persone gambizzate. Nelle quasi cinquecento pagine del dispositivo si racconta, però, anche, di episodi singolari, come quello appena narrato. Nel capoluogo lagunare si poteva, dunque, finire licenziati, solo per aver preteso di essere normalmente pagati alla cassa.

Emblematico l’episodio avvenuto in una panetteria. Un giorno, la commessa abituale viene sostituita da un ignaro collega, che pretende da un associato (al clan) il giusto pagamento di un vassoio di paste. Il sodale afferma che è un casalese di Eraclea e, dunque, non paga. Il commesso non si piega e pretende il pagamento. Donadio viene messo a conoscenza del fatto. Interviene e l’addetto alla vendita verrà licenziato dal suo datore, l’indomani“.

Questa, cruda, la cronaca dei fatti.

Lo sfortunato commesso, in sostanza, si è trovato senza lavoro, solo per aver battuto lo scontrino di un vassoio di prelibatezze, destinato, evidentemente, al palato sbagliato. Il fatidico cliente non ha perso tempo, per esprimere la personale lamentela a chi di dovere e, lo spazio di un paio di telefonate, il povero inserviente è stato lasciato a casa. 

L’ALTRA STORIA…

Di poco si scosta il racconto di un altro accadimento, che vede involontario attore un buttafuori della discoteca Il Muretto, a Jesolo, celebre discoteca che aprì i battenti nell’ormai lontano 1961. L’uomo, suo malgrado, si è ritrovato a sedare una rissa, che vedeva coinvolti, tra gli altri, Claudio Donadio e Antonio Puoti, rispettivamente figlio e nipote del boss Luciano. Poco dopo, è stato vittima di un agguato.

Così è l’Italia e l’Italietta che ci siamo voluti disegnare. Piccoli, noi, di fronte allo strapotere dei pesci più grossi. E chissà adesso, carte alla mano, cosa accadrà.

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