Bon Ton? Esiste anche in spiaggia…

Bon Ton? Esiste anche in spiaggia…

Contese, sì, equivoci, discussioni… che si verificano, però, alla distanza di un ombrellone. Proprio così, tra conversazioni – spesso al telefono – condotte a voce alta, teli sparsi ovunque, gonfiabili, borse che si ritrovano ad invadere – più o meno volontariamente – lo spazio del vicino…. Insomma, il clima spiaggia comprende ‘proprio’ tutto, persino la partita di pallone improvvisata sulla battigia che, immancabilmente, finisce per importunare chi riposa.

Errori – parecchi – e motivi… per surriscaldare gli animi, anche là dove, questi ultimi, dovrebbero poter rimanere sereni. Tutto sta, evidentemente, nel conoscere, anche in situazioni del genere, il Galateo e rispettarlo, dato l’inevitabile affollamento, diventa quasi un dictat, per vivere e far vivere in santa pace…

QUESTIONE DI MISURE….

Dunque, “l’ombrellone non deve diventare la succursale di una tenda da campeggio“, raccomandano gli esperti. “Bisogna portare solo l’indispensabile: un asciugamano e, semmai, quello di ricambio. Stessa cosa per il costume. Poi, una maglietta, una rivista, il telefonino. La misura è quella del bagaglio a mano

…E DI BUON SENSO


Il limite entro cui stabilirsi e muoversi lo determina lo stesso ombrellone. Buona norma vuole, infatti, che “tutto quello che va oltre il suo perimetro va tenuto, quantomeno, sotto controllo“. Senza dimenticare quel che concerne il dress code, preferibilmente essenziale. “Esistono tipi diversi di spiaggia e occasioni. E’ il contesto a dettare il look. Sul lettino, no al trucco e al profumo. Sì agli occhiali da Sole, che si possono tenere quando si parla, abbassandoli quando si viene presentati. Il topless si usa, semmai, da sdraiati. Non per fare il bagno o passeggiare“. Attenzione all’outfit, nel momento in cui si mangia. “Se si va al ristorante alle 12, si possono indossare maglietta e costume, o pareo“.

Per un aperitivo lungo la battigia” – invece – “meglio un abitino leggero, per lei, senza tacchi“. Per i signori maschi, “una polo, sui pantaloni».

PRANZO PONDERATO

Per il mangiare? Nulla vieta di desinare lungomare, purché ci si regoli, come in un picnic. “Si mangiano cose piccole, da prendere con le mani o, al massimo, già porzionate e tagliate, consumabili con una posata“.

D’altronde, basta adoperare la testa, nelle diverse occasioni. “Lo stabilimento si sceglie, anche in base alle esigenze degli altri. Se in una struttura i bambini sono accettati, ma l’area è progettata per far riposare gli ospiti, meglio privilegiarne un’altra, che accoglie i piccoli con servizi ad hoc. I lettini – vale anche la pena ricordare – non sono spazi per scambiarsi grandi effusioni“.

PASSIAMO ALLA CREMA…

Spalmarla sulla pelle dovrebbe costituire un’azione veloce, non un’esibizione di sensualità. E la doccia, in spiaggia, serve per togliere la salsedine. Non per lavarsi con il sapone“. Ancora, “la suoneria del telefonino va sostituita con la vibrazione e, se una chiamata è lunga, è bene appartarsi, per non disturbare“.

GLI ANIMALI?

Vanno portati, solo e dove ammessi. In genere, meglio la mattina presto o al tramonto. Mai nelle ore più calde. Ricordando che “non possono stare tutto il giorno sotto l’ombrellone.

L’IMMANCABILE…

Chiamiamolo pure così. Di fatto, stiamo parlando del saluto, che non dovrebbe, mai e poi mai, esser lesinato a nessuno. “Quando si incrocia qualcuno sulla passerella si fa, sempre, un cenno. Vale al mare, la consuetudine della montagna“. 

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