Quando il silenzio pesa… come lingotti

Quando il silenzio pesa… come lingotti

Una delle armi più efficaci e di cui, spesso, non ci rendiamo neppure conto? “Un bel tacer non fu mai scritto“, sosteneva, all’epoca – per la precisione, agli albori del 1600 – il poeta Jacopo Badoer. Come dargli torto, dal momento che persino il Galateo ne è profondamente convinto, ammonendoci sul fatto che, qualora non lo avessimo a ricordare, il silenzio è d’oro. Non solo. Ci rammenta, pure, che è sinonimo di eleganza.

Signorilità – in poche parole…e scusate l’allusione – combacia, in più di un’occasione, con l’astenersi dal commentare e non si tratta di una questione casuale. Il Bon Ton, in questo senso, ci detta regole precise a cui attenerci, per non risultare fuori luogo.

A SCUOLA DI… EDUCAZIONE

  • Tra le situazioni più imbarazzanti, per non dire irritanti, è ritrovarsi faccia a faccia con qualcuno, preso a pontificare sulle nostre faccende e a sciorinare una valanga di opinioni, di sovente, gratuite. Fastidioso, vero? E se, nei panni di quel qualcuno, ci fossimo proprio noi?

Ebbene, qualora dovesse capitare, teniamo a mente che il fatto che si decida di raccontarci le personali vicende o peggio, si capiti nel mezzo di un resoconto fatto ad altri, non ci autorizza – in nessun modo – ad esprimere un parere, a meno ché non ci venga espressamente richiesto. Idem, a situazione inversa.

Vale a dire che, se dovessimo ricevere consigli non richiesti, il suggerimento è di contare fino a 10 e non cedere all’emotività del momento. E’ facile, del resto, che l’indifferenza paghi assai più di una risposta poco piacevole.

  • Peggio ancora, potrebbe capitarci di ricevere una serie di complimenti, del tutto fuori luogo. Mai oltrepassare il limite. Questo pretende un atteggiamento saggio e comprendere, vestendo un ruolo piuttosto che l’altro, quale sia, nell’occasione, il confine, dettato dalla decenza.

L’intento, d’altronde, consiste nel valorizzare l’altro/a; dunque, occorre procedere con delicatezza e sensibilità. E, qualora fossimo noi le ‘vittime’, allora bando ad attacchi di stizza e/o di rabbia. Meglio reagire con dignitoso savoir-faire.

  • Quante volte ci è capitato di trovarci coinvolti in una disputa? Si discute… gli animi si surriscaldano… si litiga… e ci si lascia andare a commenti, decisamente inappropriati. Da semplici spettatori, oppure e a maggior ragione, da protagonisti, restiamo zitti.

Anche in questo caso, il tacere si trasforma nell’arma migliore, per mantenere la giusta – e doverosa – freddezza. Niente carne al fuoco, insomma, che distaccati – lo scopriremo a notro totale beneficio – riusciremo ad essere sicuramente più utili.

  • Altro argomento Out è quello che riguarda l’educazione dei figli. Mai – e ricordate, proprio mai – mettere bocca, sia pur armati delle più volenterose intenzioni, riguardo all’argomento. Equivale, in certo qual modo, ad entrare a gamba tesa in casa altrui. In sintesi, non si fa.

E, se qualcuno dovesse farlo con voi? Beh, la soluzione, giunti a questo punto, potrete sicuramente intuirla…

  • Archiviata la questione figli, l’altro tema scottante è quello che concerne il denaro. Nessuno porta in sé il diritto di dire – a chicchessia – come amministrare le proprie finanze, anche nella convinzione profonda di voler dare una mano. Nessuno possiede la verità, se non una individuale lettura delle circostanze e, a quella, dovrebbe cercare di attenersi, limitandosi, per il resto.

Ultima nota, riassuntiva delle altre: al di là dell’idea di saperne dipiù, al di là della genuina voglia di aiutare il prossimo, al di là di tutto… impariamo a scivolare via dall’impasse e manteniamo l’aplomb, di solito, necessaria. La ragione, di per sé, serve a poco o a nulla. Meglio e più efficace è, invece, calibrarsi e, magari, nel frattempo, ricavarsi il tempo per riflettere.

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