Quando Zucchero bacchetta Sanremo…

Quando Zucchero bacchetta Sanremo…

A Sanremo come ospite d’onore? Ma se non mi vogliono neanche in gara…“. Dire che, proprio sul palco dell’Ariston, era iniziato tutto. Una carriera di successo, lunga anni e tutt’ora in auge. Eppure… tanto non basta, per placare il disappunto del celebre cantautore, alle prese con la kermesse più nota dello Stivale.

Per di più, sorta di Araba Fenice, tutte le volte in cui viene data per spacciata, ormai d’abitudine e seguendo una strana alchimia, risorge. E adesso, nel pieno dell’attesa per la prossima edizione, spuntano le dure parole e amare, pronunciate dalla Star, alla presentazione del concerto che il 9 giugno inaugurerà la nuova struttura della Rcf Arena, a Campovolo. Affermazioni, ribattute dai principali quotidiani, ad affollare le prime pagine delle edizioni, cartacee e online e che, difficilmente, possono passare inosservate.

Alla luce della dichiarazione, dunque, un appello, questa volta per bocca di Michele Anzaldi. Si rivolge, la penna di corrente Renziana, direttamente ai presidenti delle commissioni Cultura alla Camera, attenti a ciò che accade in Rai e, in particolare, alle esclusioni; al Senato e alla neoconsigliera per la musica del ministero della Cultura. Davvero è accettabile – chiede – che un grande artista come Zucchero, tra le eccellenze nel mondo, oltre 60 milioni di dischi venduti, una lunga serie di riconoscimenti e di duetti internazionali ad altissimo livello possa esternare accuse tanto pesanti, senza che nessuno dalla Rai risponda, chiarisca o spieghi? 

Se lo domanda, il nostro, partendo dal presupposto che il Festival rappresenta, in effetti, per il Paese, l’evento musicale e forse anche televisivo dell’anno, tra le sfide più importanti sostenute dal Servizio pubblico. Davvero si può partire con, sulle spalle, un peso del genere? 

Se si pensa – aggiunge – come è spesso accaduto in passato, di adottare la strategia del silenzio, sarebbe doveroso che, dalle Istituzioni, arrivasse una richiesta di chiarimento. In mancanza della commissione di Vigilanza Rai, non ancora formata e quindi vacante, un segnale potrebbe arrivare dalle commissioni Cultura e da chi, al ministero, ha diretta competenza in materia musicale. 

Lo chiede Anzaldi; lo reclama, forse, anche la fetta di spettatori più attenta all’argomento. E, intanto, tra chiacchiere e diatribe, si riapre il palcoscenico, come d’uso, assai anticipatamente rispetto a quel che verrà. D’altronde, That’s Entertainment e così, per regola, deve essere. La fama precede l’avvenimento e poco importa se sia buona o pure discussa; l’importante, come sempre, è che se ne parli…

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