Dating Bornout: come ti scaccio la paura di amare

Dating Bornout: come ti scaccio la paura di amare

Troppi gli appuntamenti, a fronte di altrettante delusioni. E’ così che si genera quello che gli esperti definiscono Dating burnout. Un eccesso, cioè, di incontri romantici (e non), alla ricerca disperata dell’anima gemella, con il solo risultato di procurarsi… un gran mal di testa e tanto, tanto stress.

Nell’epoca delle app, d’altronde, l’ansia è dietro l’angolo. Tanto più, se collegabile, magari, a quella prima volta in cui trovarsi faccia a faccia con Lui/Lei. Ebbene, quest’ultima, se mal gestita, potrebbe rivelarsi foriera unicamente di disastri.

Allora, ci si chiude. Oggettivamente stanchi, si stenta, perplessi, a rimettersi in gioco e quel che prima sembrava divertente – inviare messaggi, prepararsi… – adesso appare solo noioso. Tanto, da pensare di abbandonare definitivamente.

I pensieri, ricorrenti, affollano la testa: “Chi me l’ha fatto fare?“, oppure, ancora peggio: “Non troverò mai la persona giusta“. E se prima, a seguito di un flop, ci si gettava a capofitto sul ‘prossimo pretendente’, ora gli stimoli suonano di appassito, voci lontane, sussurri, provenienti da chissà dove. Un modo, quello appena illustrato, per gettare la spugna e chiudere la porta ai sentimenti, in maniera definitiva.

Stabiliti sintomi e sensazioni, non rimane che tirarsi su le maniche e convincersi del fatto che ‘là fuori’ esiste la persona giusta. Smetterla, quindi, di fare swipe – come si dice in gergo – e prendersi, piuttosto, una pausa. Una di quelle sane boccate d’aria, in grado di comprendere, ante omnia, cosa si sta cercando. L’approccio – va poi precisato – è indubbiamente influenzato dallo stato d’animo del momento. Pertanto, meglio partire da sé, stabilire desideri, esigenze, cosa sì… cosa proprio no. Rendersi, insomma, selettivi. E, quando si decide di investire sulla propria salute, difficilmente se ne esce perdenti.

Poi, entra in atto la politica del fare e/o non fare. Un primo sguardo, un contatto… sono tutte occasioni per testare se stessi e l’altro. Capire, ad esempio, se siete compatibili, rendersi conto se potrebbe scattare la scintilla…

Come? Innanzi tutto, non tentando di essere qualcun altro. L’alone di mistero funziona solo per un po’. Poi stufa. Meglio, invece, rilassarsi e non trascorrere, magari, le ore, ad analizzare l’eventuale contenuto dei messaggi. La spontaneità vince sempre.

Interessarsi all’altro. Spesso ci si propone, armati di supponenza, non valutando, invece, che si tratta di uno scambio reciproco, in cui entrambi si donano; ambedue, nel dipanarsi delle dinamiche, possono vestire il ruolo di prede o cacciatori.

Non è un colloquio di lavoro. Conviene, allora, ascoltare, fare domande, svelarsi… mantenendo sempre sveglia, nella conversazione, l’ironia. Le buone maniere? Contano, eccome. Puntualità, niente cambi idea dell’ultimo minuto, capacità di restare in silenzio mantengono sempre il loro valore.

Come, pure, evitare argomenti delicati: soldi, problemi di salute e, non ultimo, gli ex. Guai a lamentarsi, passando ore a parlare di una relazione finita. E’ inutile e controproducente. Di più: è irrimediabilmente dannoso.

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