Netflix: au revoir abbonamenti condivisi

Netflix: au revoir abbonamenti condivisi

L’annuncio era arrivato – defilato ma ugualmente notato – lo scorso ottobre, per mezzo di una lettera rivolta agli investitori. Ora, quello che si prefigurava solo come un ‘potrebbe’, pare aver guadagnato definitivamente corpo. Netflix è pronta a bloccare, sin dai primi mesi del 2023, uno tra i fenomeni più diffusi nel mondo dello streaming pagamento. Ci riferiamo alla password sharing, ovvero la condivisione della chiave, per navigare sulla piattaforma.

Non più, dunque, solo rumors. A confermare la decisione ci pensa il co-ceo, nella figura di Ted Sarandos, che parla di un’eccessiva diffusione del sintomo, pratica assai diffusa tra chi riesce, in tal maniera, a contenere le spese di abbonamento. Insomma, una sorta di alleanza tra parenti e amici che, all’atto pratico, riduce i costi.

Fatto sta. Dieci anni di successo non sono bastati, al Colosso, per mettersi al riparo dall’assistere al calo degli abbonati. Ecco, pertanto, spiegato il motivo della decisione. “Non ci facciamo illusioni. Non credo che i consumatori apprezzeranno l’idea, da subito“, avrebbe dichiarato il Manager, spostando l’attenzione, piuttosto, sul valore aggiunto, relativo al servizio offerto.

Rivoluzione, che interessa 100 milioni di iscritti e che, in Italia, vede coinvolti circa 3 milioni di utenti.

Netflix ha, pertanto, iniziato a testare la condivisione a pagamento in alcuni paesi dell’America Latina, da marzo scorso, con la possibilità, per ogni abbonato, di agglomerare alla propria iscrizione altre due persone. Il prezzo del servizio – sia pur variabile di Paese in Paese – si aggira, in media, intorno ai 3 dollari al mese, per aggiunto.

Strategia che, similmente, verrà presto applicata negli Stati Uniti. E, se da una parte il fine ultimo è quello, ovviamente, di monetizzare, di contraltare, per indorare la pillola viene offerta – alle 222 milioni di famiglie paganti e a tutte le possibili altre – la visione, su più dispositivi supportati contemporaneamente e una qualità maggiore dello streaming: Ultra HD 4K.

Il tutto, non prescindendo dai rischi. Considerando che il campo si sta rendendo sempre più competitivo, con vecchi rivali – Amazon Prime Video e Disney+ – in crescita e nuovi – Paramount+ e Peacock – in agguato, bisognerà fare enorme attenzione sulla rotta eventuale da cavalcare…

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