A tavola, sì… ma non chiamiamola Italia

A tavola, sì… ma non chiamiamola Italia

Italianità… all’estero. Al riguardo, esistono fior di programmi, pronti a difendere il vessillo del tricolore, in tutto il mondo. Eppure, accade. Succede, di sovente, di mettersi alla ricerca di un piatto, figlio della tradizione e, invece, imbattersi in qualcosa che, solo vagamente, assomiglia a quel che ci aspettavamo, ordinando.

Rielaborazioni gastronomico-culinarie, che variano di Paese in Paese e che, spesso, si rivelano un vero e proprio disastro.

Partiamo, dunque, da un classico per eccellenza, vale a dire la pastasciutta. Tra gli errori più comuni, nel cucinarla, quello di lasciarla cuocere, per tempi infiniti. Quel che ne risulta è una sorta di colla dalla consistenza molliccia, davvero non il meglio, nella rappresentazione del Made in Italy. Pensate, esiste persino chi, anziché lasciar prima bollire l’acqua e salarla, inserisce la pasta direttamente ‘a freddo’. Con tutto quel che ne consegue…

Ma veniamo ai condimenti: la Carbonara, si sa, è un must, conosciuto ovunque. Uova, guanciale, pecorino e pepe. Ebbene, oltralpe la cremosità la si ottiene a suon di panna e yogurt, con buona pace dei nostri antenati!

Pesto e salmone? Certo, non è un abbinamento ‘impossibile’, ma che non si dica che fa parte nelle nostre usanze… Come commentare, poi, i famigerati spaghetti con le polpette? Popolarissimi negli Stati Uniti, al punto tale da attribuirne l’origine alla Penisola, da queste parti – in verità – non si sono mai visti.

Pinoli? No, grazie, anche perché non è sempre facile reperirli. Dunque, via libera a qualsiasi altro tipo di frutta secca; tanto, che differenza fa? Non parliamo, tanto meno, della pasta allo scoglio, condita con il formaggio o di quella, adoperata a mo’ di contorno. No comment!

Uovo pangrattato e burro, meglio se chiarificato, sono i pilastri della cotoletta; ce lo insegnano in quel di Milano. Carne di pollo, di maiale, olio di semi è quel che, invece, si usa, appena varcato il confine…

Assassini di… Caprese. Non mancano neppure quelli. Coloro, cioè, che sostituiscono la mozzarella di bufala o il fior di latte con un più comune formaggio industriale. Persino la Parmigiana può cambiare pelle, laddove, al posto delle melanzane, vengano adoperate fette… di pollo.

In quanto alla Pizza, il capitolo è vasto. Agli ingredienti ‘elementari’ si è aggiunto, via via, infatti, di tutto, senza alcun tipo di freni rispetto, pure, all’accostamento dei sapori. C’è, ad esempio, la greca, con insalata e polpette; quella con in crauti, particolarmente richiesta in Germania. C’è la Chicago style, sorta di torta salata e la Pizza Sushi. Perché no! E ancora, Pizza Kebab, Pepperoni Pizza, una Diavola, con spesse fette di salame; la Banana & Curry, tipica svedese e la Hawaii, con protagonista l’ananas. Allo scoglio, carbonara… per non dimenticare l’immancabile accostamento al cappuccino.

Sempre per citare qualche dolce, il Tiramisù nulla ha a che vedere con la nostra ricetta, gustosissima, dal cuore di savoiardi e, se ci riferiamo al caffè, più comunemente avremo a che fare con una specie di brodaglia colorata, per nulla accattivante.

In quanto, infine, ai cibi in scatola, sull’argomento non c’ è confine, né vergogna. Adatti solo… a parlati eroici!

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