Un uomo? Te lo conquisto così…

Un uomo? Te lo conquisto così…

Sistemarsi, fare famiglia; si diceva, anche, accasarsi. L’ambizione di trovare un buon partito era per molte, in fin dei conti, la più alta a cui si potesse aspirare. Lontana, per tutte o quasi, l’idea di un futuro indipendente. Insomma, dal secondo dopoguerra le cose sono cambiate e parecchio. Al di là della tecnologia, sono mutati – da allora – abitudini, costumi, modo di pensare…

Su questa falsariga, risulta difficile immedesimarsi nelle ‘signorine’, figlie degli anni ’50 e immaginare come il loro argomento preferito, ogni giorno, fosse quello, appunto, di trovare marito. Dunque, riviste e guide erano pronte ad elargire consigli, per aiutare le donne nell’impresa. Tanto per fare un esempio, famoso rimane un numero della rivista McCall datato 1958, intitolato “129 modi per trovare un marito“.

La rubrica non specifica se sia importante, effettivamente, “possedere una barca“, ma ribadisce la condizione che qualsiasi uomo disposto a essere comproprietario della barca sarà sicuramente pronto a salpare ‘anche’ in una relazione. Come a dire: “Dai un pesce a un uomo e mangerà per un giorno. Insegna a un uomo a pescare e lui ti sposerà!

Vere e proprie perle di psicologia, dell’ultima ora. Sentite qui: “Fate notare che il tasso di mortalità degli uomini scapoli è il doppio, rispetto a quello degli uomini sposati“. Le prede più facili? Pensate un po’, gli uomini calvi.

Si suggeriva, poi, al gentil sesso, di mettersi in un angolo e… “piangere delicatamente. Ci sono buone probabilità che voglia sapere cosa c’è che non va.” Roba, per farla breve, da attrici consumate. Si passava, poi, alle maniere forti: fare soldi o, in maniera più riduttiva, almeno, acquistare una decappottabile. “A loro piace tanto guidarla…“.

Mai temere la concorrenza, anche la più attraente. La regola era, a tutti i costi, apparire sicure di sé e, qualora ci si fosse trasferite altrove, crescendo… era, magari, il caso, di tornare all’ovile: “Il ragazzo selvaggio della porta accanto potrebbe essere diventato uno scapolo idoneo, mentre eri via“. Si aggiungeva, in ugual misura: “E scrivi: ‘Fatemi un fischio, piloti”. Quando gli uomini a terra non chiamano, devi puntare un po’ più in alto!“.

L’amore per l’arte, è noto, rimanda ad un animo passionale, pertanto dipingere “sembra che potrebbe essere un bel modo per incontrare persone con interessi simili o per sviluppare la tua personalità e i tuoi hobby, ma è seguito da un secondo passaggio cruciale: installa un cavalletto fuori dalla scuola di ingegneria“. La maggior parte, del resto, concorda sul fatto che gli opposti si attraggono.

Le riunioni di classe? Certo, non erano da scartare, ma occhio alla presenza di eventuali vedovi. L’usato, in certi casi, non è mai sicuro…

Meglio, poi, mantenere una relativa goffaggine. Inciampare quando si entra in una stanza conserva sempre il suo appeal, veniva fatto notare e si aggiungeva: “Metti un cerotto. La gente chiede sempre cosa è successo“.

No basta ancora? Allora, perché non ricorrere al più bieco inganno? “Agli uomini piace pensare di essere delle autorità sui profumi“. Fateli sentire influenti e “con suo padre, parla d’affari e lamentati delle tasse“. Questa strappa un sorriso ma l’adulazione, evidentemente, ieri come oggi, non tradisce.

Il modo più diretto e meno sfacciato per farsi guardare? Occhi addosso, tramite il filtro di una lente. Chiedete a ‘uomini sconosciuti e belli‘ di scattarvi una foto. Seduzione, che passa da uno sguardo, più attento e ammirato. Altrimenti, puntate allo sport. “Appassionatevi, ragazze!“. La borsetta che cade rimane un grande classico e se, da una parte l’invito è a prendersi cura della propria salute: “Agli uomini non piacciono le ragazze malate“; non si lesina, neppure in senso contrario: “Prenditi una scottatura solare“.

Secondo il medesimo proposito, “non parlare delle allergie” e “ordina un bistecca al sangue“. Vegetariani e vegani, ai tempi, non riscuotevano gran successo.

Prendi l’autobus dell’aeroporto e dirigiti avanti e indietro, in modo che tu possa trovare qualcuno che viaggia e ha un lavoro importante, che è qualcosa che, probabilmente, penseranno anche di te“, si proseguiva. Come a dire che destando la curiosità era assai probabile un primo approccio.

Un maglione è… per sempre. Allora: “Indossane uno, ogni tre giorni“. Anzi, meglio: “Impara a cucire e indossare qualcosa che hai fatto tu“. Escamotage, quest’ultimo, per risultare solerte e carica di virtù. Largo, ancora, all’inganno: “Non fargli mai sapere che è l’unico… anche se devi stare a casa una o due sere a settimana“.

E’ ricco? “Digli che ti piacciono i suoi soldi. L’onestà lo incuriosirà“. Questa le supera tutte, o quasi… “Crea un pettegolezzo elaborato su di te, magari pagando qualcuno, in modo che l’oggetto del tuo desiderio sia indotto a trovarti attraente“. Questa, la batte o, forse, la prossima, è ancora peggio: “Corrompi un operatore della ruota panoramica, per rimanere bloccati in cima. È così che costruisci un momento cinematografico perfetto, che sicuramente farà innamorare il tuo possibile partner“. E dopo le macchinazioni sotto traccia, la più bieca menzogna… “Se tua madre è grassa, digli che hai preso da tuo padre. Se anche lui è grasso, digli che sei adottata“.

Impossibile uscire? “Chiedi a tua madre di accogliere pensionanti maschi“. L’avversario se vicino, è più facile da gestire. Soprattutto: “Non fargli pensare che avrà problemi con la suocera, anche se sai che li avrà. Nascondi tutte le potenziali controversie, finché l’anello non sarà al tuo dito“.

Chiudiamo con l’ultima chicca, che lascia trasparire come l’importante fosse giungere all’obiettivo, vendendosi… pure l’anima: “Se trovi difficile conquistare un uomo, devi semplicemente abbassare i tuoi standard“. Tradotto: basta che respiri…

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