Quel ‘Via con vento’ che mai avreste immaginato…

Quel ‘Via con vento’ che mai avreste immaginato…

Un po’ come un tesoro trafugato. Scene tagliate – una ridda – e una guerra, neppure troppo velata, tra scrittori. Eccoli, i retroscena di uno tra i film che ‘hanno fatto Hollywood‘.

Ci riferiamo, nella fattispecie, a Via col Vento e alla sceneggiatura originale, ritrovata, di recente, in un negozio d’antiquariato. Ne emerge un dietro le quinte, niente affatto scontato, caratterizzato da un montaggio frammentato e da una serie di alterchi feroci tra gli autori. Discordi, questi ultimi, riguardo al modo di trattare gli argomenti relativi al razzismo e alla schiavitù.

Dunque, la pellicola (che, oramai, conta più di 80 primavere) capolavoro del 1939 di Victor Flaming e George Cukor, trova il modo per far parlare nuovamente di sé e lo fa, attraverso un cimelio, che ne svela aspetti inediti.

Un girato, del resto, già a suo tempo, campione d’incassi, capace di aggiudicarsi ben 8 statuette su 13 candidature.

Ma veniamo ai fatti…

Per 15 mila dollari, uno storico di Yale, tale David Vincent Kimel, ha acquistato una tra pochissime – e introvabili – copie rimaste in giro (molte sono andate distrutte, per volontà del produttore), puntando il dito – lo accennavamo – su una realtà insospettabile.

Quando ho iniziato a leggere il Rainbow Script, l’ho trovato ancora più incredibile di quanto potessi immaginare“, testimonia l’uomo. “Era pieno di scene andate perse… Datate tra il 27 febbraio 1939, quando furono aggiunti i primi inserti, fino a dopo il 25 giugno. Alcune delle scene mi erano note, grazie a leggende e ricerche, ma la maggior parte non era mai stata descritta altrove. Le fotografie, sul set, ritraggono alcune di queste scene perdute, confermando che molte di esse sono state effettivamente girate“.

Non si tratta, ovviamente, di riprese qualsiasi bensì sequenze, sia chiaro, che attestano i frequenti battibecchi tra le due fazioni. Quella, cioè, di quanti erano intenzionati a fornire un’interpretazione veritiera sulla Guerra Civile e le ragioni che l’avevano mossa e l’altra, convinta che sorvolare – al proposito – rappresentasse la risoluzione più opportuna.

Gran parte del materiale eliminato era una dura rappresentazione del maltrattamento subito dagli schiavi, nella piantagione di Rossella O’Hara, inclusi riferimenti a percosse… e altre rappresentazioni di violenza, fisica ed emotiva“. Ecco quanto si evince dai vari appunti. Ad un certo punto, ad esempio, Rossella colpisce uno schiavo con una verga, urlando: “Siediti, sciocco, prima che la rompa addosso a te!“.

Ancora, secondo il copione, Rossella arriva addirittura a maledire la sua cameriera, nel momento in cui la donna “esprime rammarico, per aver dovuto svolgere lavori pesanti nei giorni difficili, dopo la Guerra Civile“.

Materiale oscuro, insomma, che poco – o nulla – lascia ai compromessi. Si affronta, in maniera piuttosto approfondita, persino il tema del suicidio, poi trattato, nella resa finale, in maniera assai più edulcorata.

Forse, il produttore temeva che l’inclusione di materiale forte, senza un esplicito commento negativo di condanna, potesse sembrare un’approvazione, soprattutto se visto insieme ai contenuti più romantici“, conclude Kimel. Del resto, David O. Selznick aveva scommesso tutto sul film: doveva essere un successo. Ad ogni costo.

Al di là del valore storico del copione – tuttavia – secondo i pareri, più o meno discostante dalla realtà, lo script è finito nell’occhio del ciclone, in tempi più vicini ai nostri, dopo l’uccisione di George Floyd. Di fatto, gli attivisti lo hanno preso di mira, considerandolo il manifesto dell’odierna società americana.

Ne è scaturita la decisione, pertanto, da parte di alcune piattaforme, di eliminarlo dal proprio elenco o, quanto meno, come nel caso di Netflix, contestualizzarlo.

Polemiche sedate? Così sembrerebbe, almeno in parte. Resta che gli inediti ritrovamenti potrebbero rappresentare un’ulteriore chiave di lettura, a giustifica delle diverse posizioni. Una fonte di chiarimento inaspettata o anche solo una lucina, in un buio lungo decenni.

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