Quella Fumone… dai tanti misteri

Quella Fumone… dai tanti misteri

Sulla home del sito internet si legge, ben chiaro: Olimpo di Ciociaria e, in effetti, la posizione in cui si trova è piuttosto elevata. Situato su un monte, a 783 metri di altitudine, Fumone si pone come meta affascinante, poco distante dalla Capitale.

I km che la dividono da Roma sono, infatti, all’incirca 80. Un luogo strategicamente concepito, conosciuto, per molti – e qui sta il bello – anche come borgo dei misteri. Fascino, dovuto in gran parte all’imponente Castello Longhi – De Paolis.

Si dice che, nel lontano 1295, abbia accolto la prigionia di papa Celestino V. Una reclusione di quasi 10 mesi, prima della morte. Galeotto, con ben poche possibilità di evasione, come tanti altri.

Dunque, addentrandosi tra le mura, ancora oggi ci si imbatte nel Pozzo delle Vergini, decisamente profondo e stretto, alla cui base si suppone che, in passato, fossero poste una serie di lame. Il nome deriva proprio dalle pratiche qui effettuate, tra cui le torture perpetuate sulle giovani non più vergini, prima del matrimonio. Una pratica ancor più raccapricciante, se si riflette sul fatto che, ai tempi, vigeva ancora lo ius primae noctis.

Altro mistero, quello che riguarda il Marchesino Francesco Longhi. Il bambino morì all’età di 5 anni, spegnendosi nel giro di una settimana. Un addio impossibile da accettare per chi lo amava, tanto da decidere che il bimbo venisse imbalsamato. Ebbene, come d’abitudine in casi del genere, un’inquietante leggenda gira intorno alla faccenda. Pare che il fantasma della mamma del Marchesino si aggiri ancora tra le stanze della fortezza, disperata per la perdita del figlio.

Dal punto di vista geologico, è interessante, invece, sottolineare l’ubicazione, studiata e sfruttata, prima dagli Ernici, più in là dai Romani, per meglio dominare la zona sottostante. Ancora, il nome della località deriva dall’antica pratica militare usa nel Medioevo, a scopo difensivo, di far innalzare dall’alta torre di avvistamento una colonna di fumo, segnale dell’arrivo di un imminente pericolo.

Una tattica difensiva preziosissima anche per le popolazioni limitrofe, segno di arguzia e lungimiranza.

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