Deserto? Andiamolo a cercare… proprio in Italia

Deserto? Andiamolo a cercare… proprio in Italia

Deserto, quanto di più esotico e romantico. Destinazioni che, spesso, rubano il cuore e che, inaspettatamente, sono possibili da rintracciare, persino in Italia.

All’insegna di un viaggio originale, in sicurezza e compreso del dovuto benessere, vi suggeriamo, dunque, tre destinazioni, a cui non manca nulla: la vastità del panorama; il silenzio avvolgente; l’esperienza, che già in sé lascia rigenerati.

Non è un caso, a tal proposito, se si parla addirittura, di Desert Therapy. Ed è meglio ancora percorrerli a piedi, nel corso, magari, di una vacanza lungo i più bei cammini del Paese. Luoghi sorprendenti, in ci le dune – almeno in due occasioni – sfogano nel mare.

  • Partiamo, dunque, dalle Dune di Piscinas, in Sardegna. Ebbene, il piccolo Sahara italiano si trova, per l’esattezza, nel comune di Arbus ed è il più grande d’Europa, pur restando infinitesimale, rispetto, ad esempio, al Sahara. Misura, difatti, 1,5 chilometri quadrati.

E’ così che, a rinfrancare la vista, si aprono colline di sabbia alte fino a 100 metri, che si susseguono fino al mare azzurro della Spiaggia isolana. Le alture, modellate dal vento nei secoli, rivestono le rocce portate qui dai fiumi Piscinas e Naracaulie e tanto ricordano quelle a sud di Bordeaux, nella Francia atlantica. Tuttavia, qui il mare è più bello e caldo e la vegetazione rilascia profumi inebrianti (come quelli, assai riconoscibili, del ginepro e dell’ulivo).

E’ il regno, pure, delle tartarughe di mare, che si appostano da queste parti per deporre le uova. Nella zona, inoltre, sono stati ideati apposta percorsi di trekking e c’è persino un campeggio, dove soggiornare.

In inverno, rientra tra le mete preferite dai surfisti

  • Ci spostiamo un pochino e saliamo, fino alle porte di Roma, dove la fanno da padrone le Dune di Castelporziano, capolavoro ottimamente conservato, patrimonio della lunga spiaggia di Capocotta, sulla litoranea Ostia-Anzio.

5 km che, dal 1996, rientrano nell’ambito della Riserva Naturale Statale Litorale Romano: un regno di flora e fauna, allo stato selvaggio. Tipiche della zona, ad esempio istrici, oppure conigli.

Dai pascoli e dagli arbusti mediterranei la sabbia si fa, poi, largo verso l’acqua, in un panorama, spesso citato tra i più caratteristici dello Stivale e non solo. In particolare, merita una visita la Duna di Capocotta, la più lontana dalla foce del Tevere, arredata di passerella, che corre lungo tutta la spiaggia

Inclusa, anche un’oasi naturista, punto di riferimento della comunità Lgbt

  • Deserto non è il termine esatto per definire l’area a ridosso delle Crete Senesi, ma è ormai il termine con cui la si conosce. Erosione, scarsa piovosità e mancanza di presenza umana hanno, difatti, dato via via luogo ad un paesaggio unico, fortemente suggestivo. Le Badlands italiane, sorta di distesa lunare, si estendono fra Asciano, Montalcino e Buonconvento.

Colpisce, qui, il colore chiaro del terreno arido, dovuto alle calanche, più rocciose e corrugate e ai campi di biancane (argilla e elementi salini che affiorano sulla terra). Il risultato, un ambiente raro, un deserto bianco in cui spuntano macchie di verde, lasciate a se stesse, da oltre 800 anni

MANCANO ANCORA…

In generale, nella Penisola sono poche le superfici, ampie e desolate, eppure valgono comunque la pena di essere visitate. C’è – oltre a quelle appena citate – Campo Imperatore, l’altopiano abruzzese ai piedi del Gran Sasso, immensa distesa verde, percorsa da millenni dai pastori che conducono al pascolo i greggi.

Ancora, ultima solo per citazione, la piana di Castelluccio di Norcia, spettacolo inaspettato, corredato dei colori molteplici delle stratificazioni di fiori, tra cui, in specie tra giugno e luglio, quelli di lenticchie.

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