Na tazzulella e cafè…

Na tazzulella e cafè…

Il rito, più o meno, lo conosciamo tutti. Chi non ha mai condiviso un caffè con gli amici, al bar o magari in casa? Del resto, da sorseggiare al mattino, a fine pasto o in pausa ufficio, si attesta come un modo piacevole, per trascorrere tempo di qualità. E fin qui.

La questione si complica – si fa per dire – nel momento in cui si viene a scoprire che, anche assaporare un caffè tra le mura domestiche equivale a rispettare determinate regole di Bon Ton, espressione dell’arte del ricevere.

Una maniera, d’altronde, per mettere l’ospite a proprio agio e, per quanto possibile, coccolarlo. Partendo dal presupposto che la scelta della materia prima è alla base di tutto, è importante anche come la miscela viene preparata.

Così, cominciamo dal sottolineare che il caffè andrebbe servito in soggiorno, accomodati ad un tavolo diverso da quello in cui si è pranzato. Solitamente, quello più piccolo, sistemato in prossimità di divano e poltrone.

A fare la differenza è la scelta: macchina da espresso, oppure caffettiera? Nel primo caso, lo si prepara in cucina, per poi portarlo in salotto, all’interno delle tazzine poggiate su un vassoio, possibilmente riscaldate, cosicché non ci sia il rischio di berlo in via di raffreddamento. Se – invece – si realizza con la moka, quest’ultima verrà sistemata sul vassoio, insieme alle tazzine vuote e il caffè versato, dalla padrona di casa ai suoi ospiti.

Beninteso, nel vassoio sono compresi la caffettiera (se utilizzata); le tazzine, sui rispettivi piattini; i cucchiaini da caffè; la zuccheriera, con apposito cucchiaino ed eventuale bricco, con panna o latte. Qualora si fosse in tanti, andranno utilizzati due vassoi, uno con solo le tazzine e la moka e l’altro, con il resto dell’accompagnamento.

Nello specifico – lo accennavamo – il Galateo prevede, anche, che sia la padrona di casa ad occuparsi del servizio, provvedendo, se gradito, anche allo zucchero. Tazzina, offerta, completa di piattino e cucchiaino, posizionato dalla parte del manico. Una volta ricevuta la bevanda, sarà il beneficiario a mescolare lo zucchero, con un movimento dall’alto verso il basso, stando ben attento a non provocare tintinnio. Si beve, portando la tazzina alla bocca e tenendo nella mano sinistra (destra, se si è mancini) il piattino.

Momento, quello appena descritto, ancor più conviviale, se arricchito di biscotti, cioccolatini o pasticceria mignon, da posizionare su un vassoio a parte. I cioccolatini, meglio se al cioccolato fondente, vengono raccolti in un cestino, affinché ne si possa assaggiare, a piacimento; mentre la pasticceria è consigliabile sia secca, evitando creme o marmellate. Se c’è una torta, piattini mono porzione con la rispettiva forchetta faranno a d’uopo. La padrona di casa taglierà le fette. Quindi, le servirà.

Il bis? E’ da considerare alla stregua di un complimento. Dunque, sia.

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