6 possibili scenari per un mondo post-Coronavirus
Il lavoro a distanza, l’automazione e la telemedicina potrebbero presto diventare la nuova normalità.
La pandemia di Coronavirus sarà ricordata come la Grande Depressione, la caduta del Muro di Berlino e la Crisi Finanziaria Globale del 2008. Accelererà i cambiamenti sociali ed economici, che altrimenti avrebbero impiegato anni per materializzarsi.
Pur volendoci tempo, alla fine respingeremo il virus e le nostre economie si riprenderanno dalla recessione punitiva, da esso derivata. Ma, quando la polvere si depositerà e le mascherine si staccheranno, la pandemia avrà rimodellato in modo permanente il nostro comportamento sociale ed economico. Ecco alcuni tra i risultati che sembrano sempre più probabili.
1. Le aziende che gestiscono servizi digitali e e-commerce realizzeranno guadagni immediati e duraturi
Con le persone isolate in casa e distanziate dalle altre, i fortunati, a breve termine, saranno coloro che forniscono beni e servizi, senza la necessità di entrare in contatto fisico con i propri clienti.
Avranno la meglio, fornitori di cloud computing (ad esempio Amazon Web Services), servizi di lavoro remoto come Zoom, Slack, Microsoft Teams, società di realtà virtuale come Oculus, servizi di streaming come Netflix e organizzazioni di eSport come Cloud9.
Il traffico dei social media aumenterà, ma le entrate degli inserzionisti soffriranno della debole domanda, in un’economia paralizzata. Coca-Cola ha già pubblicato tutte le pubblicità sui social media. Man mano che l’esempio verrà ripetuto, il netto calo complessivo della spesa pubblicitaria si ripercuoterà sulle società di produzione, sulle agenzie pubblicitarie e sulle stazioni TV e radio.
A breve termine, se la caveranno anche le piattaforme di e-commerce, i servizi di consegna di generi alimentari e le società di logistica. Quando l’economia riprenderà, questi guadagni si consolideranno, per lo più, grazie ai radicali cambiamenti avvenuti nelle abitudini di acquisto dei consumatori.
2. Il lavoro remoto diventerà l’impostazione predefinita
I dipendenti, che all’improvviso lavorano da casa, previa necessità, stanno sperimentando un cambiamento nel loro stile di lavoro. Molti scopriranno che preferiscono lavorare in remoto e, quando la crisi si attenuerà, per alcune aziende sarà difficile e costoso negare loro questa opzione. Mentre altri vorranno approfittare di questa nuova preferenza. La tecnologia del lavoro a distanza migliorerà, consentendo di tenere riunioni anche là dove, in precedenza, si pensava bisognasse incontrarsi di persona. Ciò causerà una grave recessione per gli immobili commerciali, poiché le aziende ridurranno drasticamente le dimensioni dei propri spazi di lavoro.
Da aggiungere, restrizioni di viaggio più rigorose e quarantene obbligatorie per gli stranieri che entrano in determinati paesi. Ciò metterà anche a dura prova le industrie che dipendono dai viaggi di lavoro. Condurrà anche ad un esodo dei colletti bianchi dalle grandi città. Una volta appianate le routine di lavoro a distanza delle aziende, i dipendenti con capacità saranno in grado di spostarsi da città dense a zone a basso costo.
3. Molti lavori saranno automatizzati e il resto sarà reso remoto
Per sopravvivere alla crisi, le aziende dovranno licenziare i lavoratori meno produttivi, automatizzare ciò che può essere automatizzato e rendere il resto remoto. Coloro che lo fanno efficacemente emergeranno più snelli ed efficienti.
Inoltre, alcuni tra i datori capi pre-crisi non saranno incentivati a tornare e molti di coloro le cui funzioni sono state automatizzate non avranno le competenze per competere, nella nuova economia post-crisi. La partecipazione delle forze di lavoro ne risentirà. A medio e lungo termine, le aziende comprenderanno che le funzioni rese disponibili in remoto possono essere svolte anche da lavoratori altamente qualificati, in paesi a basso costo.
4. La telemedicina diventerà la nuova normalità, segnalando un’esplosione nell’innovazione medica a causa del Coronavirus
Nel giro di poche settimane, gli ostacoli normativi alla telemedicina negli Stati Uniti sono in gran parte diminuiti. I medici, negli Stati Uniti, ora effettuano visite a distanza. Attraverso le linee statali, possono inviare e-mail e chat video ai pazienti, in conformità con l’HIPAA e i fornitori di servizi di assicurazione sanitaria devono rimborsare i servizi di telemedicina. Sebbene queste misure siano state annunciate come temporanee, coloro che ora hanno avuto un’esperienza diretta con la convenienza ed il rapporto costo-efficacia della telemedicina, non vorranno rinunciarvi.
Una volta che la crisi sarà superata, le cure sanitarie inizieranno ad essere fornite in remoto, per impostazione predefinita, non per necessità, consentendo ai migliori medici di adattare i loro servizi a molti più pazienti. Le azioni di Teladoc e società simili sono già aumentate, nell’aspettativa che la pandemia fornisca prospettive di lunga durata per l’industria della telemedicina.
Le principali città metteranno in atto sistemi permanenti di sorveglianza della pandemia, e molte aziende e stadi sportivi eseguiranno il monitoraggio delle minacce in tempo reale, mediante screening dei sintomi e controllo della temperatura dei partecipanti.
5. Merci e persone si sposteranno meno spesso e meno liberamente attraverso i confini nazionali e regionali
I paesi si ritireranno in se stessi, i confini diventeranno meno porosi e il commercio internazionale crollerà. Per rafforzare la loro capacità di sopravvivere a lunghi periodi di autoisolamento economico, i governi spingeranno per rafforzare la capacità produttiva interna e interverranno per iniettare un’adeguata ridondanza nelle catene di approvvigionamento critiche.
Ancor prima della pandemia, salari più alti in Cina, guerre commerciali internazionali e l’ascesa di fabbriche semi-autonome avevano indotto le aziende a ridimensionare la produzione, avvicinandola ai centri di ricerca e sviluppo nazionali. La crisi accelererà questa tendenza: sempre più, le società favoriranno la resilienza delle catene di approvvigionamento domestiche centralizzate, rispetto all’efficienza di quelle globalizzate. Mancando sostegno per proteggere i vantaggi condivisi dell’integrazione economica mondiale e delle catene di approvvigionamento globalizzate, i governi che hanno adottato i poteri di emergenza per gestire la crisi e sorvegliare i propri confini saranno restii a rinunciarci, quando l’epidemia finirà.
I governi effettueranno una sorveglianza più diffusa e più invadente e rivendicheranno un’autorità più ampia, per monitorare e rispondere alle minacce virali. I punti di controllo ai confini nazionali e regionali utilizzeranno lo screening biometrico, per rilevare virus mortali in tempo reale e imporre quarantene obbligatorie ai viaggiatori che entreranno da determinati paesi. Ciò creerà un attrito significativo per tutti i tipi di viaggio. Le compagnie aeree, l’ospitalità e il turismo subiranno un forte calo della domanda, dentro e oltre le conseguenze immediate della crisi da Coronavirus.
6. Dopo un’ondata iniziale di isolazionismo, la cooperazione multilaterale può prosperare
Dopo un iniziale ritiro dalla globalizzazione, i paesi potrebbero arrivare a riconoscere che le minacce tecnologiche e virali sono esistenziali e, quindi, richiedere una cooperazione internazionale. Adottando un senso di internazionalismo pragmatico, i paesi svilupperebbero norme internazionali, sistemi di monitoraggio e comunicazione e piani coordinati, di risposta e di emergenza. Quando scoppierà la prossima pandemia, i sistemi globali di monitoraggio e comunicazione potranno rileverlo prima. Una risposta globale coordinata renderebbe efficaci gli ordini di autoisolamento, abbreviando la chiusura economica e sperando di salvare vite.
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