Fenomeno zanzare: quanto hanno a che fare con il Coronavirus?
In tempi in cui le incertezze hanno la meglio, rispetto a quanto riesce a rassicurarci, le frasi che si concludono con un punto interrogativo sono, senza colpo ferire, le più incalzanti. Tra i numerosi dubbi, il timore che le zanzare possano rivelarsi un ulteriore vettore di trasmissione per il virus, che parecchio ci fa tribolare, in questo periodo.
Va specificato che, gli stessi insetti, tramite la loro puntura, riescono ad incrementare il diffondersi della febbre dengue o della febbre gialla.
L’OMS parla chiaro. Al momento, non esiste alcun indirizzo scientifico, per cui sostenere la capacità delle zanzare di trasmettere il Coronavirus. Di fatto, del ‘nuovo nemico’ ne sappiamo ancora troppo poco.
Nessuna prova scientifica
Un mito da sfatare, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
“Al momento, non ci sono informazioni, né evidenze scientifiche, che inducano a pensare che il nuovo Coronavirus possa essere trasmesso dalle zanzare”, si legge nella nota. “Si tratta di un virus che colpisce le vie respiratorie e che si diffonde principalmente attraverso le goccioline, generate quando una persona infetta tossisce o starnutisce“.
Sebbene il Sars CoV-2 sia in studio da pochi mesi, il ceppo dal quale deriva, quello dei Coronavirus, appunto, è noto già da tempo. “Non abbiamo riscontri di contagi da Coronavirus, avvenuti tramite zanzare“, ha rimarcato la dottoressa Mary Schmidt, specialista di malattie infettive e medicina interna, all’emittente televisiva americana Fox News.
“Se questa fosse una possibile via di contagio, lo avremmo già rilevato in Medio Oriente, dove la Mers – sindrome respiratoria mediorientale causata da Mers-CoV , altra forma di virus – è ormai presente da sei anni“.
Un meccanismo infettivo assai complesso
Una serie di passaggi, attraverso gli organismi in questione, forse troppo arzigogolati, per ritenere credibile l’ipotesi di una eventuale contagio attraverso la loro puntura.
Le zanzare, in pratica, dovrebbero acquisire il virus, durante la loro alimentazione, succhiando il sangue infetto. A quel punto, il Covid-19 dovrebbe replicarsi nel tessuto intestinale. Diffondersi negli altri organi, comprese le ghiandole salivali, e venire, infine, inoculato nella pelle e nelle zone vascolarizzate dell’ospite umano, nel corso della successivo contatto.
Un’architettura, da attuarsi in un lasso temporale, per giunta, infinitesimale. Troppo breve, evidentemente, data la durata, assai limitata, dell’esistenza delle zanzare. Un’eventualità remota, alle soglie dell’immaginifico.
Una nota positiva, tra le ancora troppo esigue, per farci riprendere a cantare dai balconi e, finalmente, anche per le strade.
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