Tom Hanks e la lettera al bambino di nome Corona…
“Ho sentito che lei e sua moglie avete il Coronavirus“. E ancora: “Come state?“. Queste, alcune tra le frasi, inserite nella lettera che Corona De Vries ha voluto indirizzare a Tom Hanks e a sua moglie, Rita Wilson, costretti in quarantena, in Australia.
La giovane penna – Corona ha appena 8 anni – si è rivolto al suo beniamino, nella speranza di trovare conforto e supporto, rispetto a quanto capitatogli negli ultimi mesi. Nel racconto, il bambino ammette di sentirsi “triste e arrabbiato“, in conseguenza dei commenti di amichetti e compagni di scuola.
Fino all’inizio del 2020, non era mai capitato. Neppure in una sola occasione. Poi, l’incubo della pandemia ha finito per trascinare con sé ogni forma di accortezza o di rispetto, e quello che era solo un nome è diventato un motivo di presa in giro.
Coronavirus e non più Corona, dunque. Come qualcosa di endemico; da scartare, da tenere lontano, da evitare, quanto più possibile.
Hanks, ricevuta la missiva, non ha potuto che rimanerne commosso. Colpito da chi, prima ancora di condividere le proprie odissee, si informava – come educazione richiede – riguardo al suo stato di salute e a quello della di lui consorte.
Un gesto, che ha ricevuto la sua contropartita. La risposta da parte della star hollywoodiana non si è fatta attendere, redatta con una macchina da scrivere che indossa lo stesso nome dell’acerbo destinatario della corrispondenza e che l’artista ha pensato, a fine scritto, di inviare al nuovo compagno di scrittura, a suggello del loro rapporto.
“Caro amico Corona” – scrive Hanks – “la tua lettera ha fatto sentire me e mia moglie magnificamente. Grazie per essere stato un ottimo amico. Gli amici fanno sentire bene i propri amici quando sono giù di morale. Ti ho visto in TV, anche se ero già tornato negli Stati Uniti e stavo bene. Anche se non ero più malato, ricevere la tua lettera mi ha fatto sentire ancora più in salute. Sai, sei l’unica persona che io abbia mai conosciuto a chiamarsi Corona, proprio come l’anello che circonda il sole, una corona. Ho pensato che questa macchina da scrivere potesse fare al caso tuo. L’avevo portata con me nella Gold Coast, dove adesso è tornata per stare con te. Chiedi a un adulto come funziona e usala per rispondermi“. A seguire, un post scriptum e ulteriori ringraziamenti, a mano: “Adesso sono un tuo amico. Grazie ancora! T!“.
Insomma, tutto è bene quel che finisce bene. Corona ha riacquistato il sorriso e, assai probabilmente, smetterà di venire bullizzato dai coetanei, più propensi ora – piuttosto – ad invidiarlo. Dal canto suo, Hanks ci ha guadagnato un ennesimo fan. Non solo.
E’ notizia ancor più recente recente che il poliedrico californiano, insieme a sua moglie, abbia messo a disposizione il proprio sangue per la ricerca di un vaccino contro il Covid-19.
Durante un’intervista radiofonica, rilasciata ai microfoni della NPR: “Ci siamo chiesti ‘Cosa facciamo adesso?’ ‘C’è qualcosa che possiamo fare per aiutare?’” ha spiegato. “E, in effetti, abbiamo appena scoperto che abbiamo in circolo gli anticorpi“. Poi ha proseguito: “Non solo ci hanno contattato, ma siamo stati noi i primi a dir loro ‘Hey, volete il nostro sangue? Possiamo darvi il nostro plasma?”. Nel caso in cui il contributo dovesse rivelarsi valido, Tom ha già pensato anche ad un eventuale nome del vaccino: “se dovesse funzionare, vorrei si chiamasse l’Hank-ccine“.
Sono le cose piccole, insomma, che riescono fare la differenza. E solo gli animi nobili sanno afferrarle.
Chi vuol capire capisca…
Commento all'articolo