L’ultima lettera di Kobe. Il lascito di… un angelo
Basta un attimo. Così, anche il migliore di tutti noi se ne va, in una notte qualunque, a causa di un disgraziato incidente aereo, che non ha la compiacenza di decidere chi ‘tenere e chi risparmiare’. E si trascina appresso una scia di dolore, che non comprende solo chi gli è stato strettamente legato, ma anche quel gran numero di persone che, nell’uomo, hanno riconosciuto un sogno.
Il leggendario Kobe Bryant, asso vincente dell’NBA, tra i più forti e famosi al mondo, è deceduto, lo scorso 26 gennaio, portando via con sé anche Gianna Maria, la figlia 13enne, che gli viaggiava accanto.
Ebbene – ad esclusivo beneficio di chi crede – l’eredità del volto dei Los Angeles Lakers si distilla a piccole gocce, leggera, come se il ricordo non volesse rinunciare alla sua dose di presenza. Come se l’esigenza di far sentire ancora la propria voce riuscisse a travalicare qualsiasi distanza. Non importa come, l’uomo dei ‘miracoli’, medaglia d’oro ai FIBA Americans Championship 2007, alle Olimpiadi di Pechino 2008 e alle Olimpiadi di Londra 2012, ha compiuto un ennesimo prodigio.
Ecco allora che, proprio il giorno prima del compleanno, il 5 maggio, sua moglie Vanessa ha trovato una lettera, scritta da Kobe.
La lettera di Kobe Bryant ritrovata dalla moglie
“Il mio cervello si rifiuta di accettare che sia Kobe sia Gigi se ne siano andati. Non posso elaborare entrambi i lutti contemporaneamente. È come se stessi cercando di metabolizzare che Kobe non ci sia più. Ma il mio corpo si rifiuta di accettare che la mia Gigi non tornerà più da me.“
La perdita di Gigi è insopportabile: “Perché dovrei essere in grado di svegliarmi un altro giorno in cui la mia bambina non può avere questa opportunità? Mi fa diventare pazza“.
Così parlava Vanessa, ai postumi di un lutto che definire lacerante pare appena un eufemismo. Tre figlie, ancora, al suo fianco: Natalia, Bianka e Capri. Ma certi vuoti, per quanto amore si possa ricevere, non sono colmabili.
Finché un giorno succede qualcosa, e quel qualcosa sa di familiare, e di profondamente buono.
“To the love of my life. From tu Papi”. Questa, l’intestazione sulla busta gialla, intatta, involucro di una lettera ritrovata per caso.
In attesa che la destinataria potesse leggerla, al momento giusto.
Il disegno di un angelo che sorregge Vanessa Bryant
“Ho aspettato di aprire un’altra lettera per il mio compleanno. Mi ha dato qualcosa per riuscire a guardare il futuro, oggi – si legge sul profilo di Vanessa – L’ironia è che Kobe, sul davanti, aveva fatto disegnare da un’artista una foto di me, con un angelo che mi sorregge.
Mi manca l’amore della mia vita e la mia dolce piccola Mamacita. Sono grata al mondo di svegliarmi con le mie 3 dolci ragazze, oggi. Vorrei che fossimo tutti insieme“.
Vanessa Bryant ha condiviso, su Instagram, la foto della busta. A spingerla – chissà – il pensiero che il silenzio assordante non sia solo il suo. Che Kobe sia patrimonio della folla che, per anni, lo ha accompagnato ed acclamato. Che uno schianto in elicottero non basti, per scrivere la parola fine su una vita, in cui vincere sembrava l’unica scelta possibile.
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