A Roma, il flashmob delle ‘spose mancate’
Si chiama Airb, ed è l’Associazione Italiana Regalo, Bomboniera, Wedding e Confetti. Ebbene, proprio dal consorzio ha preso il là, di recente, un flashmob… sicuramente particolare.
Al motto di ‘ridateci la libertà di festeggiare‘, le Spose Italiane hanno espresso il loro moto di protesta, abiti candidi e cartelli alla mano, tra gli spazi storici di Fontana di Trevi e Piazza di Spagna. E via, fino a Montecitorio, per chiedere espressamente al Governo di proteggere l’indotto – per molti inimmaginabile – che gira intorno al settore.
Cerimonie e ricevimenti nuziali sono, tuttora, vincolati da una serie di restrizioni, legate agli effetti del Coronavirus. Per ciò, è stato infinito il numero di quante, in procinto di sposarsi, si sono trovate costrette a procrastinare.
“Ho deciso di rimandare le nozze, perché non volevo vivere questo giorno con la mascherina e senza molti familiari“, racconta una, tra le innumerevoli ragazze, in procinto di compiere il grande passo. Le testimonianze – del resto – sono tante e tutte vertono in un’unica direzione.
Il rigido protocollo imposto da presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, con il buon auspicio della Conferenza Episcopale, ha inevitabilmente causato una sorta di collasso del comparto, che ha finito per ripercuotersi, a tutti i livelli. Non ultimo, nel computo delle considerazioni, l’aspetto psicologico. E’ difficile adattarsi all’idea che un padre non sia libero di accompagnare la figlia all’altare o che – ad esempio – sul sagrato della Chiesa, non si possa più lanciare il riso. Inezie, vero, ma che si colorano della tradizione che da sempre ci racconta e che per molti rappresentano – sia pur in piccolo – il coronamento del sogno di una vita. Oggi, sanno di privazione, di rinuncia, di interrotto.
In quanto al resto, le cifre non lasciano dubbi. Sono migliaia di matrimoni saltati e rinviati al 2021, con un fallimentare fatturato, da parte delle Aziende specializzate: 220 mila celebrazioni, all’incirca, per un valore – perduto – di 36 miliardi l’anno.
Il ramo, insomma, è in feroce crisi, ma – auspica Mario Canditone, segretario Airb – “…il prossimo anno avrà la possibilità di recuperare. Chiediamo al Governo anche un piccolo fondo perduto, mensile, che ci dia la possibilità di trovare accordi con i fornitori“. Un gesto, sia pur minimo, che consenta ai tanti addetti ai lavori un breve respiro; che non strappi via il ‘miraggio’, spesso coltivato anni, dagli occhi accesi d’amore di chi non sa concepire il proprio Sì, se non accanto ai propri cari, in un clima che, soprattutto, parli di Festa.
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