Così, quel Grillo di Beppe le ‘canta’ alla Raggi…

Così, quel Grillo di Beppe le ‘canta’ alla Raggi…

Un monito di incoraggiamento o un sofisticato tentativo di dileggio? “Questo è il problema!“, disserterebbe Amleto. E ce lo chiediamo anche noi, che assistiamo, ignari spettatori, alla giostra messa in atto dagli interpreti di quello che, tra i Latini, prendeva il nome di Res Publica.

L’ultima ‘attrazione’ di questo Parco, che non conosce riposo, porta la firma di Beppe Grillo. Dal proprio blog, l’ex comico e cofondatore, insieme al compianto Casaleggio, del celebre Movimento, ha rilanciato un sonetto di Franco Ferrari, dedicato a Virginia Raggi. 

Beppe Grillo

Il pubblico dei curiosi si divide, derivandone una doppia lettura. C’è chi, nel gesto, vuole leggere una chiara traccia di sostegno nei confronti della Prima cittadina di Roma; chi, al contrario, tra le righe, riscontra una certa ironia e forse, l’ennesimo tamburo battente, in attesa di quella che potrebbe rivelarsi una futura crisi, puntata al cuore dei 5 Stelle. Congetture… per ora.

Secondo l’interpretazione della diretta interessata, il bicchiere è mezzo pieno: Amo questa città, con tutta me stessa, e vado avanti“, sentenzia. Senza dimenticare di chiarire: “Quel ‘gente de fogna’ non mi piace. Lo so che ti riferisci a chi ruba o incendia ma, se puoi, toglilo“. A farle eco, Vito Crimi, convinto sostenitore della Sindaca: “Con la Raggi la città è tornata a marciare, la rinascita deve proseguire“.

Il Casus Belli

Recita il sonetto:

Virgì, Roma nun te merita

“A Virgì pijia na valigia, tu fijio, tu marito, famme un fischio, che se n’annamo via da sta gente de fogna. Chi te critica quà, chi te critica là… Se chiama Virginia, mica è la Madonna der Divino Amore! Quella, dice, che fà li miracoli.

Pe’ questo, ve dico che l’onesti dovrebbero pijà e valige, e, annassene, abbandonà sta città bella e zoccola. Si vincheno li vecchi partiti, sète fottuti. Nun se farà più gnente, e, si se farà quarcosa sarà pé volere de la magistratura. Ma voi, godete a sputà in faccia a na sindaca pulita, e testarda, una che le cose le fa. Pensatece, c’avete undici mesi de tempo. O volete Roma, o sète morti, che Roma, quell’artri, se la magneno.

Virgì, Roma nun te merita”.

Favorevoli e contrari

Le votazioni, nella Città Eterna, si terranno tra un anno e, per la Raggi, si tratterebbe della terza candidatura.

E se fan e aficionadi si schierano in cerchio, attorno della 42enne, di ben altro parere sono i detrattori.

Secondo la Meloni: Non è chiaro se il sonetto che Grillo ha dedicato alla Raggi sia una esortazione a non ricandidarsi come sindaco o un invito ad andare avanti. Temo che non lo sappia nemmeno lui. Quello che invece è chiarissimo è il disprezzo di Grillo per i Romani. Espressioni come ‘gente de fogna’ sono inaccettabili e mi auguro che il sindaco della Capitale prenda le distanze e pretenda le scuse“.

Matteo Salvini, dal canto suo: “Roma si merita serietà ed efficienza“, commenta. “La Lega e i Romani sono pronti a restituire alla Capitale l’onore e la bellezza perdute“.

All’invasore, anzi, all’hostis – per restare in tema – verrebbe da puntare il dito. Vedremo chi l’avrà vinta.

Intanto, ci torna in mente un’altra filastrocca, figlia della penna di Giovanni Prati:

“…So che il cantico d’un grillo
è una gocciola nel mar;
ma son mesto, s’io non trillo:
deh! Lasciatemi cantar
…”

E così cantò il Grillo, con tutto quel che ne consegue. Il resto son parole, tutte ancora da scrivere…

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