Gli scrivono ‘grasso’ su Facebook. Invia gli agenti a casa del responsabile
Pensate che effetto vi farebbe vedervi piombare in casa due detective. Aprite la porta, ignari e, al vostro cospetto, eccoli lì, occhi negli occhi, con aria minacciosa.
E’ successo – state bene attenti – nella contea di Kalamazoo, nel Michigan. Stando a quanto rivelato dai media locali, lo sceriffo Richard Fuller ha voluto ‘indagare”, riguardo al messaggio che gli era stato recapitato, tramite Facebook.
“Sei un grasso, devi seguire una dieta. Smettila di vivere“, recitava il post. Tanto da considerarsi, per colui che l’ha ricevuto: “di natura minacciosa“.
Fatto sta. Lo scorso 6 aprile, i due investigatori si sono recati a casa del responsabile che, tuttavia, di fronte all’intervento delle forze dell’ordine, ha negato qualsiasi evidenza. Si è giustificato, adducendo che il profilo personale era “stato violato da un utente sconosciuto”.
Ma da dove nasce tanto astio, veritiero o meno?
Lo sceriffo ha spiegato, in un secondo momento, agli organi di stampa, di essersi visto recapitare l’antipatico commento, in conseguenza dell’invito – neppure troppo velato – a rispettare l’ordine del governatore di rimanere in casa. Ennesimo accorgimento, in rispetto alle disposizioni per contrastare la pandemia.
L’altra faccia della medaglia
Di pare evidentemente contrastante Anthony Flores, ex procuratore e attuale professore della Cooley Law School della Western Michigan University.
“Penso che i funzionari eletti debbano aspettarsi questo tipo di commenti. Non possono essere super sensibili ad ognuna di queste espressioni”, ha dichiarato. Voce sempre più solitaria, in corrispondenza di quello che egli stesso ha definito: “un uso discutibile delle risorse e un esempio negativo“.
Atteggiamenti, che poco hanno a vedere con il buon senso. Provocazioni o meno, dipingono una società impreparata a tamponare l’indignazione e animosa. Fragile e, per questo, giorno dopo giorno, via via pericolosa.
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