Vivi, lascia vive. Ma soprattutto… nun te fa pijà per c…

Vivi, lascia vive. Ma soprattutto… nun te fa pijà per c…

Colui che resta. Resta perché ‘chi c’ha voja de mannatte via, Gigè?‘ . E ‘sta presenza si fa concreta, attraverso i dettami dell’arte. Così, i muri della Capitale si bardano a manifesto di un ricordo che mira a rimanere. Sui palazzi del Tufello, così come sulla serranda, chiusa, del Brancaccio, i ritratti si rincorrono, omaggio, umile ma genuino, da parte di chi, dei Murales, ne ha fatto la propria manifestazione di vita. E così, Luca Maleonte e Mauro Pallotta, meglio conosciuto sotto lo pseudonimo di Maupal si sono ritrovati, bombolette alla mano, a celebrare, attraverso uno stile ed un’espressività tutta personale, la memoria di quel ‘pezzo da 90’, Storia de’ Roma e ‘Monumento al talento’ che, da qualche giorno, ci ha lasciati orfani.


L’ho realizzato gratuitamente, in 6 ore, il giorno prima dei suoi funerali“, fa sapere quest’ultimo, come a confermare il sentore comune, nel voler ‘quasi’ restituire la stessa valanga di emozioni al Maestro de’ noantri:Per me era un artista, estremamente umile e gentile“, chiosa, e chiarisce bene che la Street Art, di solito, non si occupa di commemorare personaggi celebri, in virtù della loro scomparsa. Trattasi, dunque, di un’eccezione.

Equivale, invece, l’esercizio di ‘imbrattare i muri‘, ad impegno sociale, significa porre l’accento sui problemi che affliggono le comunità urbane, quindi noi stessi”, specifica. E’ cronaca che viene dal basso e che ha e dovrebbe avere il suo spazio. E giacché il proponimento è quello di fotografare il presente, semmai, gettare un occhio al futuro, le opere ‘in essere’ si rivolgono, per lo più, al momento attuale e ai temi che gli appartengono.

Impossibile, dati i presupposti, stupirsi, a fronte di un Santo Stefano con una siringa in mano:  sacrum vaccinum‘, o di un Furio – personaggio partorito dall’immaginario Verdoniano – alle prese con l’altrettanto indimenticabile consorte Magda, entrambi assorbiti da dispositivi di sicurezza sanitari, mascherine, disinfettanti… e tasse.

Questo è il tempo della riflessione e seppure la risata che ne scaturisce è un po’ amara, chi se ne importa. Noi la esorcizziamo così, trasfigurandola sulle facciate delle case. Che, si sa, la battuta ‘ce piace e pure parecchio, ma ha da esse’ friccicarella!

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