Gli arzigogoli di una Festa che traballa ma non vuole arrendersi
“Il Festival blindato non serve a niente, non è uno spettacolo televisivo. Passerebbe alla storia come il Sanremo del Covid“. Un fiume in piena, Amadeus, e non le manda a dire.
“Chiarisco una cosa: non vorrei che sembrasse che mi sono intestardito a fare Sanremo a tutti i costi. Lo deve volere la Rai, la discografia e la città. Lo dobbiamo volere tutti. O siamo compatti e lavoriamo per farlo al meglio, oppure ci rivediamo nel 2022“. Ridotti, i giri di parole, per il conduttore de I fatti Vostri. “La Rai è compatta, ma il fronte deve essere unito anche nei confronti di tutte le polemiche, sennò sembra il classico armiamoci e partite“, sottolinea il presentatore.
E prosegue, in merito alla sicurezza sanitaria del Festival: “Io sono sempre stato chiaro: o Sanremo si fa in sicurezza – perché la salute viene al primo posto – oppure non si fa. Abbiamo l’esempio di Sanremo Giovani: è stato fatto in un teatro piccolo, con tanti cantanti e tecnici che si sono avvicendati sul palco. È andato tutto bene: non abbiamo avuto mezzo problema. Se il protocollo sanitario è preciso le cose si possono fare. Con Sanremo Giovani la Rai lo ha dimostrato“.
Per ora le date rimangono quelle prefissate, dal 2 al 6 marzo 2021. Tuttavia, riguardo ad un’ipotesi di slittamento, “Se lo posticipi a maggio non è Sanremo, ma il Festivalbar“, commenta Ama. “E poi, chi ci dice che a maggio avremo lasciato le mascherine e potremo abbracciarci tranquillamente? Se così fosse firmerei subito, ma a maggio probabilmente saremo più o meno nella stessa situazione. Quindi, spostarlo per trovarsi con gli stessi problemi non avrebbe senso“.
E difende, lo showman, la propria causa, di fronte anche alle proteste montate da parte degli altri comparti dello spettacolo: “Da parte mia c’è grande sostegno… c’è gente disoccupata che non lavora da quasi un anno. Penso che, con le dovute accortezze, i distanziamenti e i numeri ridotti, teatri e cinema dovrebbero riaprire. Nel caso di Sanremo, però, parliamo di uno studio televisivo, come succede per tanti altri programmi“.
Riguardo ai figuranti: “Sì, pensiamo a figure contrattualizzate, che siano parte integrante dello spettacolo, nel rispetto del Dpcm. Con le giuste distanze possiamo arrivare a 380 persone in platea; mentre la galleria sarà ovviamente chiusa. Dobbiamo offrire al pubblico a casa – e agli artisti che sono sul palco – la possibilità di avere uno spettacolo vero. Chi dice che il pubblico non serve fa un altro mestiere. Io non mi metto a sindacare di protocolli sanitari e mi affido al giudizio di tecnici ed esperti“.
“Su come si fa uno spettacolo, invece, penso di avere l’esperienza per sapere come si realizza uno show così importante“. Infine, con l’intenzione di edulcorare i toni, conclude: “Sono giornate complicate, ma abbiamo anche una bella notizia. Oltre a Elodie, come co-conduttrice per una sera, abbiamo chiuso con Matilda De Angelis, che sta avendo un grande successo con ‘The Undoing‘, la serie con Nicole Kidman e Hugh Grant. Mi piace perché è una giovane attrice, spigliata, con una caratura già internazionale. Sarà l’occasione per farla conoscere ancora di più“.
E tutti vissero – come il più classico dei lieto fine insegna – felici e contenti.
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