Fumo negli occhi… ma è quello firmato Dior
Le rivoluzioni, tutte, iniziano da gesti piccoli, infinitesimali. Ecco, allora, che Dior intraprende la propria. E se, in primo piano – in un momento tanto particolare – sono i risvolti, eredità della pandemia, lo sguardo conquista la scena, imperioso, magnetico. Unico punto di riferimento, in un volto oscurato dalle mascherine.
Parla il linguaggio dello smokey eyes il frutto dello sforzo creativo di Peter Phillips, Direttore della Creazione e dell’Immagine del Make-Up per la Maison. In occasione della Paris Fashion Week 2021 si sfila – secondo il designer del trucco – e lo si fa con occhi pitturati di nero.
“Ho enfatizzato gli occhi, creando intensi smokey eyes, illuminati sfumando l’ombretto“, spiega il Make Up Artist. “Volevo che fossero scuri e poetici, in armonia con l’atmosfera misteriosa e fiabesca della collezione, presentata allo Château de Versailles“.
Nella residenza dei Sovrani di Francia si accompagnano, una dietro l’altra, le donne proposte da Maria Grazia Chiuri. Intense, enigmatiche, creature velate di ‘notte’, financo nel languore che percorre le pupille. Ma, stavolta, la drammaticità di un’allure gotica svanisce. Non c’è posto per graffiate di colore, né pennellate d’impatto. C’è posto solo, nel viso, per tocchi di luce e regale eleganza.
Qui si gioca, contro ogni previsione, con “le tonalità delicate dell’incarnato“, spiega, ancora, Phillips. Rimane l’effetto ‘fumo’, opaco, ma è reinterpretato percorrendo di scuro esclusivamente gli angoli, esterno ed interno, della palpebra e poi, a seguire, la rima inferiore, tutta. Lasciando, invece, margine, per zone di contrasto, in cui si vengano a poggiare tonalità sabbiate.
Le polveri si miscelano in maniera sapiente, secondo gli insegnamenti delle Berbere del deserto. E, per eseguire la tecnica, ci si serve di una tinta, appositamente creata per l’occasione. Il Mono Couleur Couture 098 Black Bow Matte arreda minuziosamente il perimetro più prezioso della faccia e si fonde, in maniera plastica, con le sfumature della pelle. Bando ai Cat eyes, alle linee esageratamente allungate. Il colore non si spinge oltre la fine dell’occhio, secondo gli schemi che, del resto, ne videro l’origine. Mentre le sopracciglia si fanno cornice, lunghe almeno quanto il disegno ricavato con il maquillage.
Allora – agli esordi del ‘900 – il nero fumo veniva tracciato, grazie all’utilizzo di un tappo di sughero. Oggi il mood ritorna, con la sua accezione di sfumato. Ma l’orizzonte si espande. Ha fame, forse, di vedere più in là, verso un futuro di cui ancora non si riescono a prefigurare le sembianze…
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