Ti va un bella forchettata di Vesuvio nel piatto?

Ti va un bella forchettata di Vesuvio nel piatto?

Chiudete gli occhi? Non sentite anche voi quel profumo inconfondibile di sapori mediterranei? C’è racchiusa, nel piatto che stiamo per proporvi – intarsiata dalle note piccanti – l’energia del celebre vulcano, che domina il golfo di Napoli. Un primo veloce e dalle innumerevoli riletture.

C’è chi, nel cucinarlo, adopera spaghetti, chi penne. Chi, infine, come in questo caso, fusilli. Di sicuro, il sugo è espresso – o meglio: sciuè sciuè, come direbbero da queste parti – e dai sapori intensi, espressione di una cucina verace, come sola sa rivelarsi quella appartenente alla tradizione partenopea. E se, nella versione fast è previsto l’uso di cipolle rosse, olive denocciolate (nere o verdi, a preferenza), pomodorini del piennolo, capperi sotto sale, peperoncino fresco – immancabile, per donare alla pietanza lo sprint infuocato che, al meglio, rappresenta il territorio, nella versione a seguire è previsto un tocco di romanità, attraverso l’uso del pecorino e una manovra ‘aggiuntiva’. Una botta di forno – chiamiamola pure così – a rendere il tutto ancor più appetitoso.

…alle falde del Vesuvio

Un filo di pasta attorcigliato a un ferro. Uno tra i formati più apprezzati lungo l’intero Stivale nasceva così, acquisendo quel tipico andamento affusolato, che gli consente di abbracciare e catturare il condimento, che si tratti di carne, verdure o quant’altro. Una tradizione, quella del fusillo, che converge, ai piedi del Vesuvio, con due altre eccellenze: mozzarella e pomodoro, rendendosi complice di una portata da leccarsi i baffi

Un trio d’eccezione

Impastati con semola di grano duro e acqua, i fusilli prendevano forma grazie alle sapienti mani delle donne di casa, che attorcigliavano piccoli segmenti di impasto attorno a un ferretto, a base quadrata, simile al fuso delle filatrici. Un rito che si interruppe, nel momento in cui due emigranti italiani a New York idearono, agli esordi del Novecento, la macchina per produrli, del tutto identici a quelli che conosciamo noi oggi. La trafilatura al bronzo dona, poi, una consistenza ruvida e spessa alla pasta, promuovendola a regina nell’intrappolare il sugo.

Ciò premesso, se la si accompagna ad un’altra pasta, lunga e filante, profumata di latte e nata quasi per caso. Beh, qui la faccenda si fa ancor più interessante. La mozzarella vide la luce nel XII secolo, presso un monastero di Capua, quando i monaci, per poter conservare il latte, la idearono, conferendole un nome che traeva le mosse dall’operazione del mozzare, vale a dire ‘tagliare’ l’impasto morbido che si lavorava tra le mani. E che dire di loro? Ciliegini, datterini, pizzutelli, ramati… le varietà conferibili a questo lembo d’Italia sono molteplici e tutte si adattano alla preparazione che stiamo per raccontarvi. Il segreto per una ricetta dal gusto pieno e intatto? Scolate la pasta ‘al dente’.

Fusilli alla Vesuviana

Ingredienti per 6 persone:

  • 600 gr fusilli 600
  • gr pomodori pizzutelli
  • 200 g mozzarella
  • olio extravergine di oliva
  • 200 gr pecorino romano grattugiato
  • 70 g origano
  • sale q.b.
  • pepe q.b.

Procedimento:

Versate, in una padella, una discreta quantità d’olio. Aggiungete i pomodori, precedentemente sbollentati in acqua calda e privati della buccia, quindi lavati e tagliati a pezzetti. Coprite e lasciate cuocere, per circa 15 minuti. Al termine, sistemare di sale e pepe. Poi, dopo averla ridotta in cubetti, aggiungete anche la mozzarella e un’abbondante manciata di pecorino.

Nel frattempo lessate, in abbondante acqua salata, i fusilli. Abbiate l’accortezza di scolarli quanche minuto prima della fine cottura. Inseriteli, a questo punto, nella padella, insieme a pomodori e mozzarella, in modo tale da risottarli.

Togliete la padella dal fuoco, spolverate con un pizzico di origano e versate il tutto in una teglia. Infornate la pasta a 200°, per 5 minuti. Servite, al fine, fumante.

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