La maglietta di domani? Si rinfresca da sola
Il tessuto in questione prende il nome di Metafabric e può ritenersi, quanto meno, poco convenzionale. Combina, difatti – secondo la volontà del team di ricercatori che tuttora lo ha in studio – perline microscopiche e fibre di ossido di titanio, teflon e un particolare tipo di plastica, l’acido polilattico che, incorporati tra loro, danno vita ad una speciale fibra, in grado di riflettere luce e calore.
“Attraverso il controllo strutturale, il nostro meta-tessuto raggiunge un’emissività, nel medio infrarosso, quasi perfetta, massimizzando così la dissipazione del calore“. E’ quanto testimonia tale Guangming Tao, membro del gruppo di Universitari Cinesi, alle prese con il progetto. E, in favore della sperimentazione, sono stati condotte diverse verifiche.
TEST 1
Nel primo, ad esempio, un volontario con indosso un giubbotto, realizzato per metà nel meta-tessuto e per metà in cotone, è rimasto esposto alla luce diretta del Sole, per circa un’ora. La temperatura cutanea protetta dall’oggetto di ricerca si è spostata di poco, attestandosi intorno ai 32°C. Diversamente. sotto il cotone, ha rivelato un cambiamento sostanziale, salendo dai 31°C ai 37°C.
TEST 2
Prove similari sono state condotte anche su un’automobile. E’ stata lasciata, quest’ultima, sotto il Sole diretto, per 2 ore. Così, sull’auto priva di protezione, la temperatura ha raggiunto i 60°C. Quella disponibile di copertura standard ha stabilizzato il termometro sui 57°C; infine, la nuova tecnologia ha consentito il mantenimento di livelli non esageratamente elevati, vale a dire non oltre i 30°C.
“Questa tecnologia può essere perfettamente collegata a una produzione, moderna e matura“, si rende ora noto. E già alcuni tra i marchi di abbigliamento più rinomati si dichiarano interessati all’acquisto. “Speriamo che i nostri prodotti siano disponibili tra circa un anno“, è la risposta. E lo speriamo anche noi, in modo tale da rimanere piacevolmente refrigerati anche in balia del Solleone.
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