Rapporti post Covid: la più recente dottrina recita che…
E adesso che facciamo, ci abbracciamo? Del resto, i divieti – almeno quelli perentori – sono venuti meno. Dunque, tocca che a guidarci sia il buon senso. Fermo restando che, dietro l’angolo, la variante Delta – ultimi dati alla mano – resta in agguato.
Gettare le braccia al collo di un amico per fargli capire che ci è mancato, togliersi la mascherina in compagnia, organizzare una cena a casa, al chiuso e, in caso, chiedere agli ospiti se sono vaccinati sono da considerarsi situazioni, come dire… insidiose. E, pure quel che attiene al più stretto Galateo, alla luce del Covid, si trova in bilico.
“Il rispetto per gli altri dovrebbe essere il principio ispiratore” consigliano gli esperti. “Ho rivisto un’amica dopo tanto tempo. Siamo rimaste esitanti per un attimo, poi ci siamo chieste: ti va di abbracciarci? In caso di incertezza, meglio fare una domanda in più, con franchezza, piuttosto che rischiare di mancare di rispetto”.
L’abbraccio – in fondo – è un gesto delicato e potenzialmente invadente. Dunque, “sempre meglio cercare di cogliere i messaggi non verbali che l’altro ci invia, prima di gettarci“. Ma i modi per comunicare affetto o complicità, per fortuna, sono diversi. Meglio, nel caso, ripiegare su un bacio lanciato da lontano, piuttosto che portarsi la mano al cuore, con un leggero inchino.
Se si viene invitati in appartamento, ci si può presentare alla porta con la mascherina, che andrà tolta, dopo essere entrati ed aver chiesto del bagno, per lavarsi le mani. Le finestre aperte, qualora le temperature lo consentano, sono una pratica decisamente salubre. Meglio, certo, dell’aria condizionata. E in tavola? “Andranno evitati tutti i piatti comuni. Non è periodo di finger food, a meno che non sia possibile prenderlo con uno stecchino“.
In quanto all’argomento vaccini, la via della schiettezza rimane la più idonea. Nel domandare non c’è nulla di male ma – lo comprendiamo – il tasto è spinoso. Tanto vale premunirsi a priori, per non fare figuracce poi, al dunque.
Può anche capitare che la menzione di una malattia recente da parte di un commensale faccia trasalire il resto degli astanti. A tal proposito – suggerisce chi ne sa – ci si può sempre appellare alle norme in vigore e al fatto che le stiamo rispettando. Certo, negli ultimi mesi “siamo stati bombardati da troppe notizie contraddittorie. Ogni talk show aveva il suo virologo, che inviava messaggi diversi dagli altri. Questo ha contribuito a generare ansia e confusione“. Ed è normale, nel suddetto quadro, che molti si siano arroccati sulle proprie convinzioni, non sempre del tutto razionali.
Ecco, allora, che il tema in questione, covo di idee assurde e complottiste, rischia di trasformarsi in un terreno minato. “Prima di tutto, non se ne può più“. Oltretutto, “dopo pochi minuti non si sa più come uscirne. Gli argomenti relativi al corpo e alla salute andrebbero gestiti con riservatezza“, conclude chi, della materia, se ne occupa.
E, nella divergenza di idee?
“Personalmente, di fronte a un no vax, proverei ad ascoltare e tenterei un contraddittorio. Penso che un garbato lavoro di convincimento sia utile, in questa fase della pandemia. Non credo, però, che si debba arrivare alla crociata. Se il dialogo non funziona, meglio lasciar perdere, piuttosto che litigare”.
D’altronde, a ben riflettere, “quante volte le nostre parole hanno fatto cambiare opinione a un’altra persona?”. Raramente se non, addirittura, mai. Inutile proseguire nel dibattito, rischiando di far arroccare il nostro interlocutore ancor di più sulle proprie opinioni o, peggio, inacidire il clima della serata. Sorvoliamo, piuttosto e cambiamo discorso che, se di contenuti ne possediamo, da dire, di sicuro non ci mancherà.
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