L’avevate mai vista una casa… plissé?
‘Teatrale‘ e ‘labirintica‘: la osservi e sembra voler suggerire, alla pari di una donna affamata di sguardi: “Ancora!“. E, in definitiva, possiede tutti i requisiti per pretenderlo. 170 metri quadrati che si aggiungono, colore a colore, alle gradazioni raggianti di un’Indonesia, già sfacciata di suo.
Rossa, secondo la volontà di chi l’ha ideata. L’architetto Ismail Solehudin – del resto – non ha fatto nulla per celare il messaggio di passione, insito nella costruzione. Una casa plissé, come fosse la gonna di un long dress a una cena di gala, insidioso mentre svolazza, conturbante… imprevedibile, nelle suggestioni.
Come può mostrarsi, un abitato, al tempo stesso elegante e vistoso? Diverso da tutto il resto, senza perdere di stile? La risposta si delinea tra queste mura, per un’abitazione che si sviluppa in altezza, su più livelli.
L’interno, invece, si inerpica intorno a una dorsale d’acciaio, composta da una scala vedo-non vedo, che trasforma l’effetto sali e scendi in una fune immaginifica, pronta a reggere la torretta esterna. I gradini, in tutto questo, si ergono a protagonisti, vero perno della residenza. Rappresentano, infatti, uno spazio sociale, a servizio della collettività. Sedersi, fermarsi, scambiare due chiacchiere costituiscono i presupposti consueti e inalienabili, per un intrattenimenti che si ripete di ora in ora, di giorno in giorno. E attengono, pure, ad una scelta strategica. Il clima tropicale, infatti, non lascia scampo alle frequenti botte di calore, né all’umidità.
Carta d’identità e cornice, insieme, oltre che straordinaria dichiarazione di intenti, la tinta scelta, adoperata per gli interni, così come per gli esterni. Ed è quasi naturale che, ad essa, si accompagnino i nuovi canoni architettonici del gusto contemporaneo. “Vogliamo che questo edificio dia un’idea di casa cumulativa“, chiarisce l’autore. Cioè, che la struttura introduca nel Paese un elemento di costruzione a più moduli, un’espressione degli ambienti variabile, a seconda delle persone o famiglie che vi risiedono.
“Il tetto spiovente e frammentato, che segue la griglia di ogni unità sottostante, trasmette un’immagine ancora più forte“. Sì, perché nessun metro quadrato andrà mai perduto, qui: “il tetto verrà usato come mezzanino per espandere la casa, in futuro“.
Gli interni? Lo dicevamo, sono stanze, pronte a diventare rifugi immaginifici. Un contorno total red, di acciaio, alla vita di tutti i giorni, sperimentazione disinvolta e anarchica delle esigenze del vivere moderno.
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