…chi ha paura degli insetti
Dicesi Entomofobia e rientra nel vasto – e sorprendente – capitolo – appunto – delle fobie. L’ultima edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali parla chiaro. La classifica come un’ansia marcata, persistente, sproporzionata… verso un oggetto o nei confronti di situazioni specifiche. Un’angoscia, che si scatena non solo nel momento in cui lo stimolo è presente. Basta l’idea del doverlo affrontare o se ne evoca semplicemente il ricordo.
A distinguerla dalla più comune ‘fifa’ o da sensazioni che potremmo definire ‘disturbanti’, come – ad esempio – il disgusto o il ribrezzo, è proprio la paura. Quel sentire irrazionale, eccessivo – di fatto – rispetto all’effettivo pericolo. Un disturbo che, in genere, parte da lontano. Fa le sue prime apparizioni durante l’infanzia. Tutt’al più, in adolescenza e che tende a colpire, in media, assai più le donne che gli uomini.
Fatto sta, i meno interessati alla questione sembrano risultare gli appartenenti alla fascia della cosiddetta terza età, come a dire che nella vita si è già visto e sperimentato di tutto. Con quel che ne consegue.
Tra i sintomi, si distinguono sudorazione e tachicardia, difficoltà di respiro, tremori, gola secca, aumento della pressione sanguigna. Nei casi più gravi, anche vampate, senso di soffocamento, dolore al petto, nausea e capogiri. Le cause? Vanno ricercate in più direzioni. Potrebbe trattarsi di un trauma e c’è, di sicuro, una predisposizione genetica, dal momento che il problema è facilmente riscontrabile anche nei parenti di primo grado.
Come uscirne, dunque?
Attraverso trattamenti psicoterapici. Questo è certo un modo. Cure, soprattutto di tipo cognitivo-comportamentale, mirate a insegnare come confrontarsi con pensieri e azioni, quando ci si trova faccia a faccia con ciò che atterrisce. In fase di seduta, i professionisti mettono gradualmente in contatto il paziente con la situazione o l’oggetto temuto, nel tentativo di contrastare quello che viene chiamato, in gergo tecnico, evitamento.
Non esiste, invece, una medicina che faccia tabula rasa del malessere, se non, al caso, ansiolitici, eventualmente prescritti dal medico, atti a gestire l’attimo di crisi.
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