Sosia: uguali, ma non identici
Sosia e certo che, a ben guardare, ognuno di noi ne possiede almeno uno. E’ da qualche parte, nel mondo e, magari, incontrarlo/a non è davvero così semplice. La news, tuttavia, assodata la questione, è che quel ‘qualcuno’ condivida con noi, oltre all’aspetto, anche il DNA. Ad attestarlo, la scienza più recente e, sull’argomento, non si discute.
“Il signor Malone e il signor Chasen sono doppelgänger“, riporta il New York Times, in un servizio. “Sembrano sorprendentemente simili, ma non sono correlati. I loro immediati antenati non provengono nemmeno dalle stesse parti. Quelli del signor Chasen provenivano dalla Lituania e dalla Scozia; mentre i genitori del signor Malone venivano dalla Repubblica Dominicana e dalle Bahamas“.
Sorprendente, vero? Ebbene, i due, in compagnia di centinaia di altri, nelle parimenti condizioni, hanno partecipato ad un progetto fotografico, dal titolo Non sono un sosia. Il lavoro, opera di François Brunelle, ha finito per incuriosire quanti, ricercatori, studiano le relazioni genetiche tra persone somiglianti, ma non imparentate.
Questi ultimi, dal canto loro, hanno reclutato 32 coppie di sosia – contattate proprio grazie al materiale offerto da Brunelle – per eseguire una serie di test e compilare questionari, riguardo allo stile di vita degli intervistati. A tal proposito, ci si è avvalsi di un software di riconoscimento facciale, per quantificare le somiglianze tra i volti dei partecipanti. Risultato: sedici tra le coppie complessive hanno ottenuto punteggi decisamente simili a quelli dei gemelli identici, analizzati dallo stesso macchinario.
Gli esperti hanno, in seguito, confrontato il Dna dei doppelgänger, attestando, con loro stessa sorpresa, che questi ultimi condividevano persino i geni.
“Queste persone si assomigliano davvero, perché condividono parti importanti del genoma, o la sequenza del DNA“, si è concluso. Fatto, finora supposto ma, prima di adesso, mai dimostrato. Diversamente, nei casi in esame, epigenomi e microbiomi rimangono differenti. Discrepanza, questa, che racconta di come gli aspetti paragonabili abbiano poco, o nulla, a che fare con l’ambiente in cui ciascun individuo è cresciuto.
Constatazione che, a sua volta, conduce alla conclusione che il livello di similitudine sia frutto, più che altro, delle combinazioni del caso, stimolato dalla crescita della popolazione. E nulla di più.
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